Marc Bradshaw, born on the 9th of September 1977, in everlasting memory of my dearest son who died tragically from these cliffs on the 8th of july 2000. Always remember his smile and his love and never forget him in your prayers. May God always keep you with him and grant you eternal rest. DAD
A settembre in un viaggio a Malta, per puro caso in un punto bellissimo su una scogliera a Mellieha (l-Ahraxtal-Mellieha) mi sono imbattuto in questo straziante ricordo di un papà, Ric Bradshaw, che ha voluto ricordare il proprio figlio con una targa commemorativa posta a pochi metri dal ciglio di una scogliera (alta più o meno come 10 piani di un palazzo) dal quale il suo unico figlio è caduto all'età di 22 anni. Marc Bradshaw voleva ammirare il tramonto da queste scogliere con i suoi amici. Incontrare la morte in un posto così metafisico in un giorno di vacanza, pietrifica. Never forget in your prayers. La targa è un buon deterrente per chi si avvicina al bordo.
Al mio ritorno mi sono interessato, all'accaduto ed ho scoperto che, l'otto luglio del 2000 l'elicottero di soccorso della Protezione civile Maltese, chiamato alle 04:48 dagli amici di Marc Bradshaw, ha dovuto attendere quasi 40 minuti prima del decollo, perché non
poteva operare nel buio.Ric Bradshaw, il padre, ha quindi scoperto che nel 2000 il Dipartimento della
Protezione Civile Maltese non
disponeva di elicotteri in grado di operare al buio ed ha intentato causo al governo maltese. Sembra tra l'altro che quando Marc Bradshaw fu raggiunto dagli amici e dai soccorritori avesse ancora polso. Nellasentenza emessa durante il processo, il giudice Sig.TonioMalliaha dichiaratocheleautorità hanno fatto tutto il possibile, anche sel'operazionedi salvataggioavrebbe potuto esseresvoltameglio"conilsenno di poi". Lo stesso giudice ha però scritto nella sentenza: “The court however believes it has to rebuke the victim’s friends who although
they realised that Marc Bradshaw was drunk did not try to protect him by keeping
him away from danger and they left him reach the edge of the cliffs. The judge also added that the victim had high levels of alcohol in his blood as
well as traces of Ecstasy taken during the same rave party.” La corte tuttavia deve rimproverare gli amici della vittima che, anche resosi conto che Marc Bradshaw fosse ubriaco, non hanno cercato di progetterlo tenendolo lontano dal pericolo e hanno pertanto lasciato che raggiungesse il bordo della scogliera. Il giudice ha aggiunto che la vittima aveva un alto tasso alcolemico nel sangue così come tracce di Ecstasy preso durante lo stesso rave party. Ilmagistratoavevaconcluso dicendochelecausedellamorte diBradshawsono state accidentali,che non vieraalcunaprovache qualcuno avesse contribuitoall'incidente echenon vieraalcunanegligenzadapartedeisoccorritori.
La scogliera dalla quale è precipitato tragicamente Marc Bradshaw
Il buco si allarga. C'è chi lo vede. C'è chi non lo vedrebbe neanche se ci cascasse dentro; impossibile mettere in discussione proprio tutto. C'è chi si è arricchito, sottraendo agli altri le risorse e la possibilità di accedere a queste risorse e quindi avrebbe i soldi per riempirlo di gettoni d'oro. Il buco dell'ipocrisia si allarga e gli italiani si scoprono sempre più ipocriti. Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel mese di ottobre 2010 ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, contro gli 1.844 miliardi del mese di settembre. (Fonte: Corriere della Sera)
Sono nella vita dei popoli, come in quella degli individui, momenti solenni, supremi, nei quali si decidono le sorti di un lungo avvenire, quando tra due vie schiuse al moto, tra due insegnamenti, tra due principii diversi, la nazione oscilla incerta nella scelta e cerca una norma alla propria azione. Allora ogni uomo ha diritto di chiedere all'altro: in che credi? e a ogni uomo corre debito di rispondere: questa è la mia fede: su questa giudicherete l'opera mia. [...] L'Italia è oggi in uno di questi momenti. Il fermento è universale in Italia; ma senza intento determinato, senza unità di credenza intorno alla via da tenersi, prorompe in sommosse senza nome e senza frutto, non promove di un passo la causa della nazione. L'accordo tra governi e governati è cessato; ma il principio intorno a cui i governati devono raccogliersi non è francamente, apertamente bandito. Il popolo, ove durasse anche per poco in sì fatto stato, cadrebbe rapidamente dall'anarchia morale in una diffidenza profonda di cose e d'uomini, e da quella nel sonno d'inerzia ond'esciva poc'anzi. E quel sonno, per un popolo che viaggia in cerca di nuovi destini, è la morte: il sonno del viandante tra le nevi dell'Alpi, al quale è mal fido amico chi non lo scuote e non gli grida all' orecchio : cammina innanzi o perisci.
Cammina innanzi o perisci! È tempo di dire al pòpolo, a una gioventù buona ma traviata pur troppo dai faccendieri politici, tutta e nuda la verità. Da due anni s'è speso in Italia oro, entusiasmo, sangue, tanto quanto basterebbe a crear due nazioni, non una; e ci troviamo a un dipresso là d'ondo partimmo.
Le gole di Samaria si trovano a Creta e sono uno dei parchi naturali più belli della Grecia. Il parco si può ammirare pacificamente dall'alto di un belvedere o decidere di affrontare in una lunga camminata di 4\5\6 ore da non sottovalutare anche nella scelta delle calzature che devono essere da montagna, 13 km di pensieri che scorrono nella mente rievocando l'acqua fresca del mare del giorno prima. Le fontane d'acqua fresca posizionate ogni mezz'ora di cammino, ristorano la propria gola ma la passeggiata è realmente stancante, soprattutto se il destino ha deciso come per il sottoscritto di farvela rifare in salita. Partite presto in modo da evitare l'affollamento, che potrebbe rovinare proprio tutto, oppure la soluzione più avventurosa è partire tardi (ore 12 \ 13) in modo da evitare le masse di turisti che viaggiano in gruppi organizzati e arrivare al bellissimo villaggio sullacosta Agia Roumeli e qui dormire sulla spiaggia o in una qualche caratteristica pensione.
Il percorso è protetto nei punti più esposti, cionondimeno nella gola si sentono sassi cadere e purtroppo il rischio c'è ed è reale.
Nell'occasione ho preso un albero al volo che stava cadendo e l'ho sorretto per fare la foto. Poi l'ho lasciato cadere, come natura vuole..
In questa oasi sopravvivono in libertà gli ultimi esemplari di krikri, una razza locale di capre selvatiche minacciata di estinzione. La kri-kri, pur di dimensioni poco più grandi di quelle di una capra comune, ha un aspetto maestoso: possiede una lunga barba e un mantello bruno con una banda nera che, dal muso, percorre la schiena fino alla coda; più o meno neri possono essere anche il petto e le zampe nel maschio, due lunghe corna ricurve simili a quelle dello stambecco. Nel proprio ambiente naturale è molto timida e schiva e poche persone, turisti o locali, possono dire di averla vista in libertà.
L'imbocca della gola. Notate la bellezza delle pareti rocciose che ripide sprofondano seguendo il solco scavato dal torrente.
La forza delle acque ha messo a nudo la stratificazione delle rocce.
Il mio bagno al tramonto ad Agia Roumeli dopo 6 ore di cammino. Sulla linea dell'orizzonte la costa libica.
Se arrivate in fondo al parco a pomeriggio, non vi permettono di tornare indietro con la motivazione che il rischio della caduta di massi alla sera aumenta e quindi la pericolosità della gola alla sera è altissima. Io ed i miei amici abbiamo provato comunque a tornare indietro alla macchina, perchè non eravamo attrezzati per dormire fuori ne avevamo portato i soldi per dormire nelle pensioni che comunque ci sono nel bellissimo e caratteristico villaggio egreste di Agia Roumeli, ma siamo stati raggiunti dalle guardie del parco che ce lo hanno impedito ma allo stesso tempo si sono prodigate per fornirci una scorta di pane per la notte. Da un duro scontro ne è nato un dialogo sull'esistenza ed ho lasciato in quella gola un vero amico, un grande uomo, la cui famiglia da sempre sorveglia quelle gole per evitare danni al patrimonio botanico ed alla quiete degli animali.
L'alluvione in Veneto? C'è una soluzione. Se tutti gli amministratori ed i politici che governano il territorio, ed i cittadini che li votano, avvessero letto "Il paesaggio come teatro" di Eugenio Turri, io credo che la smetteremmo di piangere lacrime di coccodrillo stupendoci perchè dopo qualche giorno di pioggia ci ritroviamo ovunque nel Veneto, ma non solo, in uno scenario da Diluvio Universale.
Leggerete infatti in questo libro rivelatore di verità come nel Veneto imperversava uno slogan: ‘una fabbrica per ogni campanile’. L’economia industriale, capitalistica, nelle fasi più eccitate del ‘miracolo’ non si poneva in Italia, nessun ostacolo, né di tipo ecologico né di ordine culturale, producendo quelle lacerazioni nel tessuto sociale ed ambientale che se hanno fatto decollare l’Italia nei cieli del benessere, l’hanno anche distrutta nelle sue fisionomie più caratteristiche.
Il diluvio rappresentato da Michelangelo (1509)nella Cappella Sistina, Roma. Il diluvio o diluvio universale è una storia mitologica di una grande inondazione mandata da una o più divinità per distruggere la civiltà come atto di punizione divina.
Ho visitato Cnosso in una calura insopportabile. La bottiglietta d'acqua finisce presto. In Agosto qui Eolo non arriva ed il Dio del Sole invece spara tutte le sue freccie ardenti rendendo la visita quasi un viaggio nel rimpianto di non essere andati a sguazzare nelle fresche acque del mare. Tornati a casa e guardando queste foto, capisci però quanto ne sia valsa la pena e di come Cnosso sia sostanzialmente una tappa obbligata.
Gran parte di quanto è oggi visibile si deve all'opera di ricostruzione di Arthur Evans, che dal 1900 iniziò ad indagare il sito in cui sorgeva la capitale minoica.
La spettacolarità del palazzo di Minosse si deve più all'intervento ricostruttivo che agli effettivi ritrovamenti. Il mito che lo circonda, il labirinto che racchiudeva il Minotauro, è noto a tutti.
Una grande giara.
La celebre sala del trono, ornata di pitture (rifatte) contiene l'antico trono (a destra) e il bacino lustrale (a sinistra)
Il monte Giouhtas sullo sfondo della foto, 25 km a sud di Cnosso, racchiuderebbe la sepoltura di Zeus, re degli Dei.
Lastricata strada reale o Via Sacra dove si svolgevano le grandi processioni religiose.
Chi protesta sale. Vuoi su una gru come gli immigrati di Brescia in questi giorni, vuoi sul tetto di una fabbrica decotta, vuoi due gemelli di 25 anni della Florida, Cory and Dana Foht, laureati in cinematografia e con la passione per l’ecologia, forse senza aver letto neanche letto il bellissimo "Barone Ruspante" di Italo Calvino, hanno deciso di pernottare sotto le stelle dormendo su una amaca sistemata a sette metri di altezza su un olmo di Central Park a New York. Hanno violato il regolamento del parco se non fosse che certe regole sono fatte per essere infrante. A Cory e Dana, stanno girando l'America in bicicletta, cercando modi alternativi ed economici per procacciarsi cibo e alloggio. Hanno dichiarato: «Là per aria sei in una dimensione completamente diversa; in un ecosistema vivo e palpitante, lontano dallo stress artificiale della strada» "You're getting into your own little world and rising above the stress of the street life."
C'è chi brama e sogna Londra. Io la rispetto, ma la rifuggo reputandola improduttiva come tutte le grandi città inquinanti e consumatrici di quelle poche risorse che sono rimaste al pianeta. L'Inghilterra non è Londra. Diciamo che la visiterò quando sarò vecchio e le mie gambe non mi sorreggeranno più. Per adesso scelgo ancora l'avventura e mi attira molto di più la foresta di Sherwood e quel misterioso nord con quell'unica certezza del Vallo di adriano. Già il cuore dell'Inghilterra è altrove. Dopo gli ultimi capodanni a Istanbul e Marrakesh, le porte dell'oriente e dell'africa, ho optato di recarmi per le prossime e non lontane vacanze nella pacifica e rilassante Inghilterra. Voglio fare esercizi di democrazia correndo lungo e in largo il vallo di Adriano e disintossicandomi dal fascismo, dal craxismo e dal berlusconismo. Signora Democrazia, Signora Inghilterra prendiamoci questo Tè insieme, sperando che nel frattempo il vecchio se ne vada.
Dopo aver visto questi filmati tratti da youtube, ho espresso tutte le mie critiche sull'operato del vicequestore Emanuele Ricifari per gli scontri di Brescia del 13 novembre 2010, contestandogli la repentività e quindi la gratuità degli ordini di carica. Ho parlato di un arrogante stato di polizia, impersonificato nell'occasione in un funzionario che davanti a tutti sembrava guidare un drappello di austriaci verso una barricata di carbonari. Ho contestato al funzionario l'apparente assenza della ricerca da parte sua del dialogo e della mediazione tipica di quell'arbitro che con il suo operato professionale, riesce a chiudere la propria partita facendo dimenticare il proprio nome e cognome. Ho sostanzialmente criticato quindi il personalismo del personaggio Emanuele Ricifari, invitandolo a prodigarsi maggiormente nella "composizione dei dissidi" e non ad alterarsi provocando smarrimento tra i manifestanti. Il vicequestore Emanuele Ricifari, che ha lasciato un commento su questo blog e mi ha contattato in modo molto professionale e franco in un raro incontro e dialogo tra cittadinanza civile e polizia di stato (a dispetto dell'idea che mi ero fatto di una persona tracontante violenza), ha tenuto a dirmi quanto segue: "La carica (e non le cariche), è stata solo di alleggerimento (cioè tesa solo a disperdere i manifestanti e non a scontrarsi con loro), come testimoniano le immagini integrali girate non solo dalla polizia scientifica ma anche da diversi operatori di emittenti bresciane. Le altre cariche sono state da me ordinate e guidate personalmente, senza casco e manganello, davanti alla squadra di dieci uomini del reparto mobile proprio per evitare qualsiasi reazione esasperata da parte dei poliziotti canzonati da ore di dileggi, insulti e provocazioni anche fisiche. Le immagini immesse sulla rete e montate ad arte, non mostrano nulla delle ben diciasette intimazioni formali (in luogo delle tre di legge) effettuate da me e da altri dirigenti della polizia, degli innumerevoli inviti fatti dialogando con i manifestanti, dell'aggressione fisica subita dal dirigente della digos e da una commissario capo da parte di un giovane, dei calcetti sugli stinchi e sulle caviglie del personale in divisa ed in borghese schierato sulla strada. L'ordine di caricare per quanto condiviso con il Questore, sulla strada l'ho dato io. Preciso di averlo dato una prima volta fittiziamente, d'intesa con il personale in uniforme, che aveva l'indicazine di fare solo un passo e lasciare che ci muovessimo soltanto io ed il personale in borghese, riconoscibile dalla placca di servizio esposta sul petto o alla cinta. La carica effettuata invece è stata come detto di alleggerimento, il personale aveva cioè il compito solo di "rincorrere" per una decina di metri chi non aveva ottemperato agli inviti formali ad allontanarsi . Quanto alla funzione di "arbitro", lei ha pienamente ragione riguardo al fatto che questa sia una delle funzioni, forse la più importante, svolte dalla polizia di stato, quella che viene definita normativamente "composizione dei dissidi". Purtroppo nel caso in esame lo sforzo di composizione, durato per oltre una settimana e quella mattina per oltre due ore, non aveva dato esito, per l'assoluta intransigenza dei rappresentanti della protesta; questi (dopo le ripetute proposte, anche sostenute dalla Cgil e dalla Cisl oltre che dalla Caritas e dalle Associazioni dei Migranti continuamente rifiutavano qualunque mediazione se non dopo la concessione dell'impunità per chi era sulla gru e del rilascio del permesso di soggiorno in violazione della legge da parte delle autorità preposte), più volte invitati ad allontanarsi, con il suggerimento di disporsi sui marciapiedi lato carreggiata, onde consentire, dopo giorni di illecito blocco da loro stessi organizzato, il passaggio di cittadini, studenti universitari (il blocco-presidio stradale era posto dinanzi all'ingresso degli studenti dell'università) e residenti, si rifiutavano accusando me ed il collega della DIGOS di provocazione perchè ricordavamo loro, come correttezza vuole, che quei comportamenti costituivano una serie di reati per i quali è previsto l'arresto in flagranza. Ci siamo prodigati quindi nel "trasportare via" di peso coloro che opponevano resistenza attiva al tentativo di allontanare le persone inottemperanti agli inviti e che incitavano i presenti a violare le norme che gli erano state più volte illustrate nelle diverse fasi in cui si è riusiti a farsi ascoltare da chi, appena aprivamo bocca, ci sommergeva di fischi, insulti, cori mentre dall'alto venivano lanciati su di noi, sui vigili del fuoco e sui passanti sacchetti con escrementi, bottiglie di plastica contenenti urina, bulloni, pezzi di gru vari e pile."
Dopo aver ascoltato attentamente le parole del vicequestore, mi sento di fare le seguenti osservazioni. Pur continuando ad avere la netta sensazione che ad esempio quel "portatela via" di Emanuele Ricifari rivolto a quella signora anziana, che urlava "non ho fatto niente", sia ingiusto nei rapporti di forza instaurati, altrettanto ingiusto credo sia il fatto che LA POLITICA demandi e scarichi sempre più sulle forze dell'ordine la gestione delle tensioni frutto della propria incapacità di legiferare leggi giuste e di ricercare e promuovere un equilibrio e una coesione sociale. In tal senso, le forze dell'ordine sono le prime a pagare lo stress di un malgoverno politico; perchè percepiscono da vicino le direttive di una politica corrotta e amorale a cui devono comunque tacita obbedienza e perchè dall'altro si ritrovano in prima linea a fronteggiare il malessere strisciante della società civile, malessere in aumento che al momento troppo banalmente finisce con l'offendere chi sta compiendo, bene o male dipende dal caso, semplicemente il proprio lavoro.
Conoscere chi baci è la premessa per poter provare un sentimento d'amore. Tu non sai più chi baci, perchè non stai più cercando un'anima di cui innamorarti perdutamente, ma hai come un foro di un proiettile che pensi di poter riempire a suon di slinguazzate banali che lasciano soltanto un retrogusto di colpevolezza e superficialità. Il bacio di Via col vento viene gettato al vento, in baci convulsivi che fanno seguito a pianti ed ad angoscie esistenziali, perchè quando baciamo e non proviamo amore, si spegne in noi qualcosa di profondamente magico per dar spazio a ciò che è fine a se stesso. La prostituzione del bacio, passa per la teoria banale che vorrebbe il bacio, addirittura a stampo nei programmi della televisione commerciale, quale strumento tattoriale per capire veramente l'affinità con il partner sconosciuto. La teoria della giustificazione del banale.
è solo un film e tu sei spettatatrice?
La verità è che esiste anche la prostituzione del bacio, al di là di qualsiasi giudizio morale. 10 milioni di italiani frequentano prostitute. 10 milioni di italiani non sanno pià cosa possa significare baciare per amore. Milioni di teenager bacino in webcam ogni giorno un partner diverso. Altri milioni di italiani bacerebbero in bocca Berlusconi in cambio dei 1000 euro della D'addario. Nessuno cerca più di chiudere la propria esistenza a testa alta, guardando la propria amata e dicendole "ho amato solo te, anche con quest'ultimo bacio. Il nostro bacio è per sempre". Per questo ci commoviamo e piangiamo come coccodrilli ipocriti davanti ai film. Chi teorizza l'amore eterno viene deriso. Non siamo in grado di diventare attori e protagonisti di una vita virtuosa. In una vita frenetica tormentata dal lavoro, dalla ricerca di un successo effimero personale, dalla cementificazione delle emozioni naturali, abbiamo dimenticato che la più bella esperienza di una vita terrena è l'esperienza dell'essere amati. Essere amati non da centinaia di bocche plastificate, ma da una ed una sola. Da quella più bella di tutte. Quella per la quale saremo in grado di morire e che quando baciamo, dallo sfarfallio dello stomaco alle stelle che girano, ci fa sentire perennemente in volo in questo mare che è la vita.
La spiaggia di Vai a Creta è tra le più belle d'Europa per un vasto palmeto che si estende fino al mare, uno dei pochi in Europa. Una spiaggia con un retrogusto esotico. Da non perdere.