lunedì 18 ottobre 2010

È successo ancora, a distanza di poco tempo.

Lo scenario di sangue dove due giovani vite innocenti sono state spezzate: Alex Biasin di 18 anni e Elena Pecin di 19 (Fonte il Gazzettino)
Non molto tempo fa' avevo scritto "Senza ipocrisie in memoria della Sig.ra Marina Badiello" cercando di affrontare senza isterismi l'omicidio di una casalinga a Padova per mano di alcuni rom e il conseguente dramma di un marito e di una figlia che hanno perso tragicamente la persona che più amavano. Ora a perdere la vita a distanza di pochi giorni sempre a Padova e sempre per mano di un nomade che guidava a 190 all'ora senza patente, sono due fidanzatini, Alex Biasin di 18 anni e Elena Pecin di 19 e i genitori di Alex versano in gravissime condizioni.


bhe io quella macchina quele bmw l'ho incrociata per via caselle di piove di sacco e dire che stava andando ad almeno 180kmh è dire poco, per chi conosce quella strada sa bene quanto stretta sia, quindi potrà capire il pelo che mi ha fatto... la cosa buffa è che 50-70 metri dietri c' erano i carabbinieri a sirene spente che li stavano inseguendo...io mi domando perche le sirene spente??? poi qualcuno mi spiega perche zingari e giostrai nel quartiere di sant' anna fanno le gare con le macchine di notte, mi ricordo di zingari conosciuti che con la UNO turbo facevano numeri da circo poi con i bmw e le golf....(auto di chi non so) ed io invece devo pagare 200 e più euro di multa per aver fatto i 62 sul limite 50...non è xenofobia è cruda realta...noi paghiamo loro godono dell' immunita....poveri sono apolidi....sapete quasi quasi divento uno zingaro giostraio pure io...domani mi compro roulotte e autopista
commento inviato il 18-10-2010 alle 09:44 da abrax

domenica 17 ottobre 2010

Gli anni che non stiamo vivendo. Il tempo della cronaca


Ho letto in questi giorni "Gli anni che non stiamo vivendo. Il tempo della Cronaca" di Antonio Scurati (Ed. Bompiani) nel pieno del martellamento selvaggio della televisione sui fatti di Avetrana ed ho potuto quindi meglio aprezzarne il senso. Il libro è un buon contenitore di idee illuminate, l'unica pecca è che esse vengono ripetute e spalmate per 300 pagine. Alcune sono elucubrazioni tirate come la pasta della pizza perché si doveva confezionare un libro. Qui di seguito condivido i punti salienti:

  1. "Non ne possiamo più dell'ottimismo consumistico. Trent'anni di forzoso ottimismo sono troppi. Siamo cresciuti in una delirante fantasmagoria da multilevel marketing. Lo schema era semplice: se tu fossi diventato al tempo stesso acquirente e venditore di un prodotto qualsiasi (che fossero assicurazioni o detersivi poco importava), se poi avessi convinto 10 amici  a farlo, e se questi ne avessero convinti altri dieci, e così via, in breve saresti stato ricco. Lo saremmo stati tutti. Grazie a piccole percentuali, ci saremmo tutti seduti in cima a una piramide di rendite di posizione. Non avresti nemmeno avuto bisogno di scalarla, la piramide, perchè ti avrebbe usato la cortesia di erigersi da sola, giusto sotto di te. La moltiplicazione dei profitti sarebbe stata algebrica, i consumi espandibili all'infinito, la vita una cosa meravigliosa. Si trattava solo di crederci, di avere fiducia, di essere ottimisti. Di fare, ogni giorno e dappertutto, pubblicità per noi stessi." (pag.8)
  2. "Sta lì, forse, l'origine della nostra indigenza: viviamo nel tempo della cronaca. La cronaca non è più, per noi, uno dei tanti modi di raccontare il tempo presente.È diventata, invece, il criterio generale del nostro sentimento del tempo. Misuriamo su di esso, esclusivamente su di esso, le nostre esigenze. Ed è un metro corto. Da qui forse, quell'altrimenti ingiustificabile senso di oppressione, quell'irosa sensazione di peggioramento che è la speciale condanna toccata a un'umanità sotto ogni altro aspetto privilegiata. La vita, se vissuta nell'orizzonte angusto della cronaca, si cronicizza in una malattia inguaribile di lungo decorso." (pag. 13)
  3. Con riferimento alla casa di Cogne e alle trasmissioni di Bruno Vespa: "Alla fine capiamo: non siamo mai entrati nell'autentica casa del delitto, ma nel plastico usato dai mercanti del tempio televisivo per venderci la nostra dose di finta paura quotidiana, la nostra piccola pillola di veleno senza la quale non riusciamo più a prender sonno." (pag. 23)
  4. "Si piange di più perché, da un ventennio a questa parte, il dominio neotelevisivo del reality show fa perno su di una retorica della vita vissuta, nella quale l'autenticismo posticcio enfatizza l'esibizione delle lacrime come presunto segno della verità dei sentimenti. [...] commozione generale che scuote di singhiozzi una nazione in posa davanti alle telecamere ma anche davanti agli schermi [...] Tutte queste lacrime, indipendentemente dal sentimento che le fa sgorgare, sono fatte della medesima sostanza comunicativa di quelle strappate proditoriamente dai programmi specializzati nel commercio della pietà" (pagg. 27-28)
  5. Con riferimento ai funerali di Giovanni Paolo II: "La foto scattata ad un cadavere, riletta a distanza di tempo e di spazio, garantisce, attraverso la propria mediazione immaginifica, la realtà dell'istante supremo, di quei brevi momenti in cui si è sfilato accanto al feretro, spesi non in contemplazione della morte ma a fotografare la morte. La foto scattata dal videofonino diventa così un referto di morte che è una certificazione d'esistenza in vita della situazione vissuta. L'immagine digitalizzata di un cadavere portentoso consente al pellegrino, di ritorno dal suo viaggio, di dire non soltanto Io c'ero, ma anche Io ci sono, Io esisto." (pag. 34)
  6. "Confusione di guerra e pace che caratterizza la violenza militare odierna. Oggi la pace e la guerra non sono correlate logicamente, legate l'una all'altra da rapporti di contrarietà, contraddizione, opposizione, ma commiste, confuse l'una nell'altra. La confusione nell'ordine del linguaggio (verbale e non) manifesta e, simultaneamente, produce quella nell'ordine delle cose." (pag. 38) Per approfondire meglio il detto "La guerra e pace" rimando alla recensione di 1984 di G. Orwell
  7. "In primo luogo, non dobbiamo dimenticare che la sfrenatezza sessuale e distruttiva dei nostri ragazzi è il lato lugubre di un giubilante giovanilismo. Oggi il corpo degli adolescenti sono al centro di un vero e proprio culto sociale, e lo scatenamento della libido sessuale tipico della pubertà è incitato più che inibito dalla cultura dominante." (pag. 50)
  8. Con riferimento alle accuse di molestie sessuali mosse a Don Gelmini: "Sabato scorso Vittorio Messori, uno dei più colti e stimati intellettuali cattolici, coautore di ben due papi (ha scritto libri a quattro mani sia con Giovanni Paolo II sia con Benedetto XVI), in una sconcertante intervista ha dichiarato di non trovare nulla di scandaloso in un uomo di Chiesa che ogni tanto "tocchi qualche ragazzo", se poi "ne salva a migliaia". Dopo aver dichiarato che molti santi e beati della Chiesa erano psicopatici vittime di gravi turbe della sessualità, Messori si è spinto fino a dichiarare che la pedofilia - forse il più odioso di tutti i crimini, stando al senso comune - sarebbe, secondo un certo "realismo della Chiesa", nient'altro che "un'ipocrita invenzione". Poiché la linea di demarcazione tra l'adulto e il bambino sarebbe sempre in qualche misura convenzionale, non ci sarebbe nessuna sostanziale differenza tra un rapporto omosessuale consesuale tra due adulti e gli abusi di un adulto su un bambino [...] Nelle stanze del silenzio in cui giovani disperati aprono il loro cuore a curatori (nel senso letterale del prendersi cura) quali don Gelmini, la guarigione la si attende non dall'applicazione di un protocollo medico-scientifico ma dalla benedizione di un dono religioso. In quelle stanze, intanto, c'è comunque un uomo in totale potere di un altro uomo." (pagg. 92-94)
  9. Con riferimento alle gemelline Cappa del delitto di Garlasco: "le due sciocchine di Garlasco, le sorelline fatue che posavano da veline davanti ai cronisti di nera, le sventate, le teenager para-anoressiche consacrate all'effimero" (pag. 98)
  10. "Ciò che intendo dire che, d'epoca in epoca, la violenza assume forme, modi e figure molto diversi. Il XX è stato il secolo della violenza della storia, il XXI sembra avviato a diventare quello della violenza della cronaca. L'attentato dell'11 Settembre 2001 ha fatto da spartiacque tra queste due epoche della violenza. Appartiene per un verso alla violenza della storia, per altro verso a quella della cronaca. Non sarà, perciò, forse del tutto inutile tentare di innalzare al livello di una riflessione epocale i sanguinosi fatti di cronaca che, con cadenza settimanale o mensile, scuotono l'opinione pubblica in brevi fiammate d'attenzione, per poi subito essere dimenticati a beneficio di nuove microtragedie fresche di stampa. Non lo sarà, soprattutto perché una delle caratteristiche della violenza della cronaca è proprio quella di ridursi a una congerie di fatti minuti e dispersi, di negarsi al pensiero rendendo apparentemente impossibile un loro inquadramento dentro una visione del mondo, una comprensione che abbracci il passato, il presente e il futuro della nostra vicenda individuale e collettiva [...] Visto nell'ottica della violenza della cronaca, infatti, il nostro mondo finisce con l'apparirci come una sterminata, nauseante, insostenibile distesa di dettagli insignificanti, di fatti diversi e sanguinolenti, irriducibili a uno scopo, a un disegno, a un'idea" (pagg. 109-112)
  11. "L'ottavo rapporto Euripes-Telefono Azzurro parla di teenager che guardano al sesso con pragmatismo, lontani dal sogno di un amore romantico. Ragazzi e ragazze che, tra sbornie da weekend e serate in discoteca, si dedicano al cyber-bullying, tramite l'invio di e-mail e sms intimidatori e la diffusione in rete di video compromettenti" (pag. 121)
  12. "26 Aprile 2008: Amstetten, nel sud dell'Austria, si scopre luogo dell'orrore. Josef Fritxl, 73 anni, ingegnere in pensione, confessa di aver segregato la figlia Elisabeth nella cantina di casa per 24 anni. Abusando di lei e facendole partorire sette figli, di cui uno morto e incenerito nel bruciatore della caldaia. Per tutto il tempo, Fritzl ha vissuto una vita segreta con Elisabeth e tre dei figli, e una vita normale con altri tre figli-nipoti e la moglie, che sostiene di esserne sempre stata all'oscuro. Chi l'ha conosciuto lo descrive come un uomo normale, disponibile e in buono stato fisico" (pag. 131)
  13. "Abbiamo avuto infanzie felici, giovinezze agiate, esistenze pacifiche, eppure accusiamo molti dei sintomi dei soldati traumatizzati in battaglia: vissuti intrusivi, stordimento, confusione, tendenza a evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo l'esperienza (anche solo simbolicamente) traumatica, incubi, insonnia, irritabilità, ansia, aggressività, tensione. In molti casi, in troppi casi, cerchiamo sollievo alle nostre sofferenze proprio come tendono a fare i traumatizzati. abuso di alcol, droga, farmaci e psicofarmaci." (pag. 137)
  14. "Apparteniamo all'umanità più agiata, sana, protetta, longeva che abbia calcato la faccia della terra, eppure sembriamo la più impaurita, insicura, isterica e menagrama" (pag. 147)
  15. "Milano, Gennaio 2010: soltanto nel primo mese dell'anno, le concentrazioni di PM10 - le polveri sottili derivanti principalmente dal traffico motorizzato - arrivano a superare le soglie dall'allarme per 20 giorni consecutivi, raggiungendo quasi il triplo del livello consentito. Interrogato sull'argomento, il vicesindaco Riccardo De Corato risponde: dobbiamo combattere gli inutili allarmismi che vedono nel traffico la causa di tutti i mali." (pag. 153) Non c'è da stupirsi se i nostri figli hanno la tosse ed il catarro per l'intera durata dell'inverno e poi il raffreddore da fieno per l'intera durata di quella che un tempo di definiva bella stagione. (pag. 155)
  16. "Non prendiamo in mano il nostro destino, se rimaniamo incapaci di un pensiero profondo sul nostro essere nel tempo che vada oltre le previsioni meteo per il prossimo weekend in montagna. E questo senso del tempo profondo porta con sé, innanzitutto, il senso della fine." (pag. 156)
  17. "Eppure c'è un ceto politico che il dovere dell'ottimismo ora ancora predicarlo, come se fosse tutta questione di debolezza di carattere, di ansie immotivate, di fragilità psicologica. Il che significa un nuovo tuffo nel consumismo." (pag. 171)
  18. Nel capitolo "Il berlusconismo, un'egemonia culturale": "Negli anni Ottanta, a organizzare il consenso spontaneo della grandi masse popolari all'indirizzo iperconsumistico impresso alla vita sociale dal gruppo dominante, furono pubblicitari ed esperti di marketing aziendale." (pag. 175)
  19. Riferendosi all'estasi dell'outlet: "Perché non ci costruiscono anche degli alberghi qui dentro? Così uno non deve nemmeno più uscire per andare a casa a dormire e il giorno dopo può continuare! L'idea la suggerisce il maschio di una coppia di trentenni obesi, mentre si lascia andare su di una panchina ergonomica. È carico fino all'inverosimile di sacchetti finto-povero marchiati da svariate griffe dell'abbigliamento e si sta avviando al parcheggio, dove la sua capiente auto da fuoristrada lo attende per ricondurlo a casa dopo una caccia formidabile". (pag. 203)
  20. "Da questo momento, ha ufficialmente inizio quelle che Philippe Ariès ha chiamato la congiura del silenzio, il complotto ordito dai "sani" (naturalmente a fin di bene!) per nascondere al malato la verità della sua fine prossima. Una congiura che costringe i suoi esecutori, e in particolare quelli più esposti al giudizio dell'ingannato, a rincorrere a una teoria infinita di artifici, menzogne, trucchi per tenere celato ciò che il progredire della malattia rende sempre più evidente: l'avvicinarsi della morte." (pag. 214)
  21. "Spettacolo offerto da un certo politico che con le sue diatribe partitiche, i suoi tatticismi elettorali, le sue piaggerie ecclesiastiche, tiene in ostaggio una società molto più avanzata rispetto al suo inerte conservatorismo lungo la linea della libertà di amarsi." (pag. 217)
  22. "Le vediamo lì in strada, a vendersi in una tenuta da lavoro che non ha più niente dell'abbigliamento madornale e sguiato della puttana vecchio stile, che nella sua mise triviale cercava il segno di distinzione rispetto alla donna costumata. No, queste nuove prostitute ragazzine sono pressoché indistintguibili dalle nostre liceali. Le nostre liceali, infatti, ostentano a loro volta - negli indumenti e nelle movenze - un'estrema disinibizione e promiscuità sessuale. Le prostitute si mimetizzano con le liceali e queste con quelle" (pag. 230)
  23. "Un'approfondita ricerca sul tema della prostituzione: otto milioni di clienti. Una rilevante fetta della popolazione maschile fissata a uno stadio di sottosviluppo della propria sessualità, a quello stadio in cui l'atto sessuale si colora di una sinistra sfumatura sadica, diventa un esercizio predace di possesso e disprezzo" (pag. 231)
  24. "Se oggi le mie amiche trentenni, pur desiderandolo, non hanno figli, è principalmente perchè le condizioni lavorative della generazione precaria non lo consentono. È la progressiva scomparsa delle tutele legislative per le lavoratrici cosiddette atipiche, non l'eclissi di un sentimento religioso del mondo o di supposti valori tradizionali, a scoraggiarci tutti, uomini e donne, rispetto al gesto sovrano della procreazione." (pag. 240)
  25. "Che farne dei vent'anni quando non sono più ciò che fugge ma ciò su cui il nostro desiderio, la nostra attenzione, il nostro rimpianto pervicacemente sostano? Come la mettiamo con la giovinezza, quando la giovinezza è tutto? (pag. 247)
  26. "I ragazzi di Amici, gli aspiranti ballerini, cantanti, attori di questa scuola per celebrità, non saranno mai famosi. E non lo saranno perchè lo sono già. La fama non li attende in un futuro raggiunto a fatica grazie allo sviluppo dei loro personali talenti; li travolge nel presente in virtù di un meccanismo di pura e semplice visibilità mediatica. Il loro momento di fulgore non è il culmine di un'esistenza, di una carriere artistica, ma il riverbero abbagliante che si rimpiange per tutta una vita." (pag. 249-250)
  27. "Il sole tramonta sull'avanguardia di un esercito di ottocentomila straniere che si curano di vecchi non loro, di malati non loro, di figli non loro. In loro, il Welfare State si è silenziosamente privatizzato. Chi può, paga. Chi può, se ne mette una in casa di queste donne venute dall'Est, dal Sud, dal Terzo o dal Quarto Mondo. Perchè tanto si sa: lo Stato è sparito, la società si è dissolta, la famiglia è data in outsourcing.

sabato 16 ottobre 2010

Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi deve rifarsi un nome

La facciata dell'Università Ca' Foscari Venezia sul Canal Grande, con due cartelloni inseriti digitalmente dal sottoscritto e che mai vedrete nella realtà, perchè le baronie universitarie non possono permettersi di autoflagellarsi, autorizzando una comunicazione efficace come questa che possa dar modo di pensare alla società civile che qualcosa stia cambiando nelle Università italiane.
Venerdì 22 ottobre, alle ore 11, l’Università Ca’ Foscari inaugura in Auditorium Santa Margherita l’anno accademico 2010/2011. Sul palco ovviamente ci mancava un personaggio come Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di Eni SpA che ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché, quand’era alla Techint, pagava mazzette al Psi in cambio di appalti dall’Enel. Berlusconi lo promosse presidente dell’Enel e poi dell’ Eni.
Prima dell'arrivo della tenda di Gheddafi a Ca' Foscari, Paolo Scaroni può essere un ottimo biglietto da visita secondo l'attuale Rettore, l'importante pare è tenere lontana Margherita Hack e tutti quelli come lei che non drenano denaro ma idee. La ricercatrice Francesca Coin ultimamente ha drenato idee, scrivendo alla Gelmini una lettera aperta ripresa da Repubblica appellandosi anche ad una orizzontalità nei rapporti sconosciuta in Italia e parlando del fatto che in questo paese l' autonomia di pensiero viene a volte considerata non tanto come una conquista sublime ma come un segno di arroganza precoce. La ricercatrice ha sapientemente parlato del fatto che nelle università italiane si trama (esiste il "tradimento") invece di valorizzare quei giovani che non hanno un nome, non hanno capitale, non hanno reti di conoscenza già intessute, non hanno potere politico. La ricercatrice illuminata ha così concluso: "Siamo preoccupati perché ci sembra che vi interessi di più il bene di pochi che il bene di tutti, e che Confindustria abbia più diritto ad entrare nella governance dell' Università di quanto quei giovani "capaci, meritevoli ed anche privi di mezzi" di cui parla la Costituzione abbiano diritto di studiarvi. Siamo preoccupati perché crediamo che in questo quadro fosco fatto di crisi economica, di precarietà e di crisi di governo non abbia senso dare prove di forza o perseguire un voto politico. Crediamo che il diritto all' istruzione in Italia sia in pericolo, e che sia nostro dovere proteggerlo oggi domani e sempre, sino a quando riusciremo a creare un' università aperta, orizzontale e di tutti."
L'articolo firmato Marco Travaglio comparso sull'Unità il 12 gennaio 2007
A Ca' Foscari ormai vengono tutti, le colazioni offerte non si contano più a tutti quei personaggi ambigui che devono riabilitarsi agli occhi della società e quindi hanno bisogno di usare quel poco di purezza che ancora emana quel magico tempio chiamato "Università" per poter ripartire ed accreditarsi come attori credibili. Magnifici cambiamenti climatici a Ca' Foscari , così ho chiamato quel periodo che resterà negli annali per le assidue frequentazioni indecenti che vedono bussare alle porte di Ca' Foscari i capitani d'industria e della finanza più spregiudicati: i successori di Giuseppe Volpi, conte di Misurata per intenderci. Una volta prima di aprire le porte si controllava la caratura etica e morale di chi bussava. Già perchè Ca' Foscari è diventata la lavatrice della coscienza e della reputazione per chi deve rifarsi un nome e ripresentarsi "candido" ("candidato") alla società civile come attore credibile; storie simili a quelle di Giancarlo Zacchello, portate alla luce da un articolo del Corriere della Sera firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. 
Giochino di società di Marco Travaglio (27 Ottobre 2004). Confrontare questi tre lanci di agenzia, uno del 1996, l'altro del 2002, il terzo del 2004, e trovare l'eventuale errore.
  1. Il primo - un'Ansa da Milano del 22 febbraio 1996 - dice così: «Il vicepresidente della Techint, Paolo Scaroni, ha patteggiato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per le tangenti pagate per gli appalti nelle centrali Enel. La sentenza è stata emessa dai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano. Scaroni era accusato di corruzione dal Pm Paolo Ielo per una serie di tangenti versate al Psi quando era amministratore delegato della Techint».
  2. Seconda agenzia Ansa, datata Roma 24 maggio 2002: «L'assemblea dell'Enel ha approvato le liste dei nomi proposti dall'azionista di maggioranza e da quelli di minoranza per il rinnovo del cda del gruppo, nominando alla presidenza - su proposta del Tesoro - Piero Gnudi. Nel pomeriggio è prevista la nomina di Paolo Scaroni ad amministratore delegato».
  3. Terza agenzia, stavolta dell'Adnkronos, datata 21 ottobre 2004: «Ecco l'elenco dei Cavalieri del Lavoro, nominati dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, di concerto col ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, con l'indicazione del settore economico e della regione di attività: (...) Paolo Scaroni (elettrica, Lombardia)».
Niente paura, non c'è nessun errore. Non ci sono casi di omonimia: il Paolo Scaroni promosso dal governo amministratore delegato dell'Enel e nominato Cavaliere del Lavoro su proposta dello stesso governo Berlusconi è lo stesso Paolo Scaroni che, quand'era vicepresidente della Techint, pagava le tangenti al Psi di Bettino Craxi e patteggiò la relativa pena di un anno e 4 mesi di reclusione davanti al tribunale di Milano. E non ci sono nemmeno errori di valutazione: in Italia un condannato (sia pure col patteggiamento) per tangenti non è ritenuto incompatibile con incarichi in un'azienda pubblica o semipubblica. Anzi. Prima di pagare le mazzette Scaroni ne dirigeva una privata: fu promosso a quella pubblica solo dopo che fu preso con le mani nel sacco e patteggiò la pena. Forse per dargli un'altra chance. Ora è arrivata la decorazione finale: il cavalierato del Lavoro dalle mani del capo dello Stato (ovviamente ignaro del suo pedigree). Una sorta di risarcimento all'incontrario, riservato al colpevole anziché alle vittime.

Appello per la trasmissione Anno Zero ed il giornalista Michele Santoro


Ho ascoltato l'appello del giornalista Michele Santoro ed ho fatto la mia parte. Il giornalista Michele Santoro, che piaccia o meno è stato reintegrato in RAI dal giudice del lavoro, dopo l'editto Bulgaro di Silvio Berlusconi, proprietario dell'azienda concorrente, che aveva tolto schifosamente all'azienda pubblica un'altra grande firma Enzo Biagi. Questo tira e molla è il segnale che nel paese la democrazia è diventata una coperta tirata da tutte le parti, un segnale molto preoccupante.
Michele Santoro, che piaccia o meno (le trasmissioni di Santoro hanno avuto un largo share televisivo in RAI e rappresentano dati alla mano il programma di attualità più visto in televisione, valorizzando così anche le entrate pubblicitarie dell'azienda pubblica) è l'ultimo giornalista rimasto a dare voce con forza al paese reale e a mettere in luce molti aspetti torbidi del paese, facendo parlare le voci emergenti e minoritarie. I disoccupati e i precari, le persone sofferenti, vedono in lui, la rivincita di tanti appelli inascoltati. Michele Santoro riesce a bucare quel velo di ipocrisia e di gomma, quella cortina fumogena innalzata tra il paese reale e quello raccontato attraverso i mass media tradizionali e dai politici. Michele Santoro ha detto "vaffanbicchiere"; l'attuale premier canzonando una donna dell'opposizione ha alluso ad una bestemmia.  Preferisco Michele Santoro. I giovani si stanno svegliando.

Cari amici, vi ringrazio per le adesioni al mio appello che sono già migliaia, ma dobbiamo ottenere il massimo del risultato. Quindi vi chiedo di raccogliere anche le firme di chi non usa internet inviandole contemporaneamente a questi indirizzi:

Il primo indirizzo è molto importante per avere il quadro completo delle adesioni raccolte. Potete utilizzare la formula seguente o un'altra con le stesse caratteristiche:
"Gentile presidente Paolo Garimberti, i sottoscritti abbonati Rai chiedono di non essere puniti al posto di Santoro e che Annozero continui ad andare in onda regolarmente."
Vi prego di seguire queste semplici raccomandazioni e di far girare la nostra sottoscrizione usando la rete perché è l'unica opportunità che possiamo gestire con le nostre forze. Un abbraccio
Michele Santoro

venerdì 15 ottobre 2010

Duri ai banchi, è arrivata l'era dell' "eBook" e l' "eReader" sarà il regalo del Natale 2010


Ho voluto fotografare con un screenshot il sito di http://www.edigita.it/ prima del lancio ufficiale previsto per il giorno 18 ottobre 2010. Edigita (Editoria Digitale Italiana), la prima piattaforma digitale italiana dedicata esclusivamente alla distribuzione degli eBook, il libro digitale.
 
L'era del libro digitale è arrivata. "Duri ai banchi" vi dico. "Duri" è un modo di dire che tuttora viene usato a Venezia, e deriva dal grido "Duri ai banchi!" che invitava i vogatori delle galere a reggersi saldamente ai banchi di voga nell'imminenza di uno speronamento. Con il termine eBook si intende un'opera letteraria monografica pubblicata in forma digitale e consultabile mediante appositi dispositivi informatici.  State già storcendo il naso lo so. Questa storia degli eBook (contrazione di electronic book), non va giù a nessuno. La prima smorfia su un viso intelligente, potrebbe crearsi al pensiero che i nuovi supporti digitali non garantiscono come il libro cartaceo la conservazione delle informazioni per lunghi periodi di tempo, la conservazione badate del patrimonio collettivo delle civiltà (fate sempre delle copie in più memorie fisse di tutti i documenti, mail, foto alle quali siete legati da una qualche forma di ricordo sentimentale, perchè la morte digitale esiste ed arriva quando meno te l'aspetti!!!!!). Dall'altro qualcuno sta pensando emozionato a tutti quegli alberi che grazie a questo marchingegno infernale non verranno più abbattuti. Ancora una volta comunque ci toccherà capire ed adeguarci alle imposizioni della tecnologia per non restare indietro. Già, perchè non se lo aspettava nessuno che Amazon, compagnia di commercio elettronico statunitense,  annunciasse il sorpasso delle vendite di ebook sui libri cartacei.
Immagine di un magazzino di Amazon. Il futuro. Quale futuro.
La diffusione dell’ebook, che sta procedendo più rapidamente del previsto, erode negli U.S.A le vendite dei volumi tradizionali. Il 20 luglio 2010 il Corriere.it se ne usciva con l'articolo "Gli ebook superano i libri di carta"; poi  "Stieg Larsson è il primo scrittore da un milione di copie vendute sul Kindle, il lettore di libri digitali di Amazon." Insomma, che ci piaccia o no dobbiamo farcene una ragione: il dvd è nato come arricchimento della videocassetta ma poi le videocassette sono scomparse e ora anche Blockbuster sta fallendo. La comodità, semplicità d'uso ed ergonomicità degli ultimi dispositivi di lettura in commercio (in particolare quelli con schermo e-ink, una tecnologia di display progettata per imitare l'aspetto dell'inchiostro su un normale foglio) rendono il mercato degli eBook sufficientemente maturo per potersi sviluppare notevolmente e modificare gli assetti dell'editoria classica.

La quota di mercato del libro digitale negli Stati Uniti è stata nel 2009 inferiore al 2% e secondo le previsioni crescerà fino al 15-20 per cento entro il 2015. Edigita, di cui facevo cenno sopra, prevede che il mercato italiano possa raggiungere almeno i 60-70 milioni di euro nel 2015 con una quota non inferiore al 4-5%. Nella sintesi del Rapporto 2010 sullo stato dell'editoria presentato dall'Associazione Italiana Editori (AIE) alla Fiera del Libro di Francoforte ai primi di Ottobre 2010, si evince, oltre al fatto interessante che le donne leggono più degli uomini (51,6% contro il 43,6%), che "il nuovo fenomeno degli e-book che, secondo le stime, valeva nel 2009 lo 0,03% del mercato complessivo (1,1 milioni di euro) già a Natale 2010 raggiungerà la quota dello 0,1% sul totale (3,4 milioni di euro)". Insomma, il lettore di eBook (eReader) sarà il regalo del Natale 2010, basta dirlo e già aumento di un vagoncino il treno del consumismo.

domenica 10 ottobre 2010

Gli alberi hanno un cuore che può sanguinare

Nel parco nazionale di Masoala in Madascar, un taglialegna abusivo mette a nudo il cuore del legno di rosa (una varietà di palissandro). Sono centinaia gli ex agricoltori e abitanti delle città che invadono il parco, guadagnando meno di 5 euro al giorno per abbattere un albero che ne frutterà migliaia. Nel giro di poche ore si abbatte un albero che magari aveva messo radici 500 anni prima. I taglialegna rimuovono con le asce tutta la parte esterna del tronco finché rimane solo il caratteristico cuore violaceo. (Fonte National Geographic: vedi reportage)
Leggendo Mauro Corona, si può imparare ad abbracciare gli alberi. Leggendo il National Geographic e precisamente questo reportage , ho visto come gli alberi vengono letteralmente uccisi ed il loro cuore sanguina. In Madascar, la quarta isola del mondo per superficie (585 mila chilometri quadrati), ha 90 per cento della flora e della fauna che sono endemiche, e non si trovano in nessun altro luogo del pianeta: orchidee, piante carnivore, aquile serpentarie, sfolgoranti camaleonti di Parson o lemuri come il vari rosso.

Il “viale dei baobab”, vicino a Morondava, è area protetta dal 2007, ma è anche l’unico tratto sopravvissuto di una fitta foresta abbattuta per fare spazio ai campi coltivati. (Fonte National Geographic: vedi reportage)
Lo spettacolo extraterrestre di enormi baobab con i tronchi a forma di carota possono bene identificare una bellezza unica e indimenticabile. Noi, dall'alto della nostra vorace società consumistica che ci vede consumare un litro di benzina per andare ad acquistare un litro di latte, non possiamo giudicare la disperazione quotidiana dei malgasci, anche perchè ignoriamo deliberatamente il loro dramma preferendo occuparci di gran lunga dei particolari macabri della storia di Cogne, Erba, Garlasco, Avetrana, etc. Il malgascio medio vive con circa un dollaro al giorno. Nel giro di poche ore si abbatte un albero che magari aveva messo radici 500 anni prima. Il danno alla foresta è di gran lunga più grave della perdita del prezioso legname: per ciascuno di quei ceppi di legno di rosa vengono abbattuti quattro o cinque alberi dal tronco più leggero, con i quali viene fabbricata la zattera che porterà il pesante ceppo a valle.  I cinesi, con la loro fissazione per il legno di rosa, sono i maggiori acquirenti.

(Fonte National Geographic: vedi reportage)

Un "pullulare di bande organizzate scatenate in una corsa sfrenata al disboscamento, alimentata anche dall’insaziabile appetito di legname degli approvvigionatori cinesi, che nel giro di pochi mesi hanno importato dalle foreste del Nord-Est del paese legno di rosa per un valore di circa 160 milioni di euro." (Fonte National Geographic: vedi reportage)


Video by Alberto Sciretti

sabato 9 ottobre 2010

Federico Aldrovandi ha vinto la sua battaglia grazie all'amore ed alla tenacia dei suoi genitori

Il 29 febbraio del 2008 mi ero unito anch'io convintamente alle migliaia di appelli alla Giustizia per Federico Aldrovandi chiedendo con forza un rinnovamento nelle polizia di stato italiana che ancora si deve affrancare del tutto dalla cultura arbitraria del manganello sfasciateste. Lo Stato ha riconosciuto, in un accordo tra le parti raggiunto all'inizio di Ottobre 2010, alla famiglia di Federico Aldrovandi, ragazzo ucciso a Ferrara durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005, quasi due milioni di euro, ammettendo sostanzialmente la propria responsabilità, nelle persone di Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto per aver ecceduto nel loro intervento, infierendo sul giovane in una colluttazione imprudente usando i manganelli che poi si sono rotti, ammanettandolo a pancia in giù con le mani dietro la schiena, posizione che avrebbe causato un'asfissia posturale.
Di questa storia rimarrà il ricordo per una giovane vita spezzata ed il coraggio e la grinta di due genitori che non hanno creduto alla versione fornita inizialmente dalla polizia ed hanno quindi cominciato a raccogliere prove e testimonianze arrivando a pubblicare in un blog su Kataweb le foto del figlio massacrato pur di rendere evidente l'ingiustizia.

I tre ramoscelli verdi

Crocifissione è un dipinto di Andrea Mantegna, datato 1457-1459 e conservato nel Musée du Louvre di Parigi Il dipinto a mio parere può rappresentare il concetto schizzofrenico della pena di morte nella Storia.

C'era una volta un eremita che viveva in un bosco ai piedi di un monte e trascorreva il suo tempo in preghiera e opere pie; e ogni sera portava ancora due secchi d'acqua su per il monte, per amor di Dio. Quell'acqua dissetava molti animali e ristorava molte piante, perché‚ sulle cime soffia sempre un vento forte che prosciuga l'aria e la terra; e gli uccelli selvatici, che temono gli uomini, roteano su in alto nel cielo, cercando un po' d'acqua con l'occhio acuto. E poiché‚ l'eremita era tanto pio, un angelo del Signore, visibile al suo sguardo, lo accompagnava su per il monte, contava i suoi passi e gli portava da mangiare, quando egli aveva finito il suo lavoro; come quel profeta che per volere di Dio era nutrito dai corvi. Quando l'eremita, nella sua santità, era già arrivato a un'età venerabile, gli accadde un giorno di vedere da lontano un malfattore condotto alla forca. E disse fra sé: "Ha quel che si merita!". La sera, quando portò l'acqua sul monte, l'angelo, che solitamente lo accompagnava, non apparve, non gli portò da mangiare. Allora egli si spaventò, interrogò il suo cuore, pensando a quale colpa potesse avere commesso, dato che Dio era in collera; ma non lo sapeva. Non mangiò né‚ bevve, si gettò a terra e pregò giorno e notte. E una volta che piangeva amaramente nel bosco, udì il canto soave di un uccellino; allora si afflisse ancora di più ed esclamò: "Come canti felice! Il Signore non è in collera con te. Ah, se tu potessi dirmi come l'ho offeso, perché‚ ne faccia ammenda, e il mio cuore si rassereni!". Allora l'uccellino si mise a parlare e disse: "Hai avuto torto nel condannare un povero peccatore condotto alla forca; per questo Iddio è in collera con te. A lui solo spetta il giudizio. Ma se vuoi fare ammenda e pentirti del tuo peccato, egli ti perdonerà". Ed ecco gli apparve l'angelo con in mano un ramo secco e gli disse: "Devi portare questo ramo secco fino a quando ne spunteranno tre verdi ramoscelli; e di notte, quando vuoi dormire, lo metterai sotto il tuo capo. Mendicherai il tuo pane di porta in porta e non passerai due notti sotto lo stesso tetto. Questa è la penitenza che ti impone il Signore. Allora l'eremita prese il pezzo di legno e tornò nel mondo, che non vedeva da tanto tempo. Non bevve e non mangiò nulla all'infuori di quello che gli davano di porta in porta. Ma molte preghiere non erano ascoltate e molte porte rimanevano chiuse, sicché‚ spesso per interi giorni egli non riceveva neanche una crosta di pane. Una volta era andato di porta in porta da mattino alla sera, nessuno gli aveva dato nulla, nessuno voleva accoglierlo per la notte; allora egli andò in un bosco e trovò finalmente un grotta da cui era stata ricavata una casa; e dentro c'era una vecchia. Egli disse: "Buona donna, ospitatemi in casa vostra per questa notte!". Ma ella rispose: "No, non posso, anche se lo volessi. Ho tre figli che sono cattivi e crudeli: se tornano dalla loro scorreria e vi trovano, ci ammazzano tutt'e due". L'eremita disse: "Lasciatemi restare! Non faranno nulla ne a voi ne a me". E siccome la donna era caritatevole, si lasciò convincere. Così l'eremita si coricò sotto la scala e mise il pezzo di legno sotto il suo capo. A quella vista, la vecchia gliene domandò la ragione ed egli le raccontò che lo portava sempre con sé‚ per penitenza e di notte lo usava come cuscino. Aveva offeso il Signore perché‚ vedendo un povero peccatore che andava al supplizio, aveva detto che se lo meritava. Allora la donna si mise a piangere e gridò: "Ah, se il Signore punisce solo per una parola, che sarà mai dei miei figli, quando compariranno a giudizio davanti a Lui?". A mezzanotte tornarono a casa i briganti con strepito e fracasso. Accesero un fuoco, e quando le fiamme illuminarono la grotta, ed essi videro un uomo coricato sotto la scala, andarono su tutte le furie e gridarono alla madre: "Chi è quell'uomo? Non ti abbiamo forse ordinato di non accogliere nessuno?". La madre disse: "Lasciatelo stare, è un povero peccatore che fa penitenza". I briganti domandarono che cosa avesse fatto, e gridarono: "Vecchio, raccontaci i tuoi peccati!". Il vecchio si alzò e narrò come, con un'unica parola, avesse tanto peccato che Dio si era adirato con lui, e ora egli doveva espiare questa colpa. I briganti furono così colpiti dal suo racconto, che ebbero orrore della loro vita passata, si ricredettero e, sinceramente pentiti, incominciarono a scontare la loro colpa. Dopo aver convertito i tre peccatori, l'eremita tornò a coricarsi sotto la scala. Ma al mattino lo trovarono morto; e dal legno secco, sul quale posava il capo, erano cresciuti tre ramoscelli verdi. Il Signore lo aveva di nuovo accolto nella sua grazia.

L'educazione alla vita, passa attraverso il racconto di fiabe, come quella riportata, in quel periodo delicato della nostra vita che si chiama infanzia.
Gli autori di questa fiaba sono due fratelli che inseparabili fin da bambini, vissero e studiarono e scrissero insieme per tutta la loro vita. Il maggiore dei fratelli Grimm, Jacob (1785-1863) era il più ostinato e severo; il secondo, Wilhelm (1786-1859) il più gaio e il più poeta. Ma le fiabe che i Grimm scrivevano erano quelle che le mamme  e le nonne tedesche raccontano ai bambini, e che esse hanno imparato a loro volta dalle loro mamme e nonne.

venerdì 8 ottobre 2010

Chiedono la pena di morte, perchè sono più bestie della BESTIA?

La pena di morte non è una pena. Si contesta l'omicidio per commetterne un altro, egualmente arbitrario. Illogico. Ti uccido perchè tu hai ucciso.

L'esecuzione capitale è un atto intrisecamente delittuoso: l'ordinamento che lo prevede non rispetta la condizione della propria validità. Per fortuna l'articolo 27 della Costituzione italiana comma 4: "Non è ammessa la pena di morte". Nessuno tocchi Caino, insomma. A questo punto, posto che ignorantia legis non excusat, chiedono la pena di morte violando la Costituzione italiana, perchè sono più bestie della BESTIA?

Medioevo \ Barbarie

giovedì 7 ottobre 2010

Bleating advertising on Ryanair flights after cabin crew check

Video by Alberto Sciretti

After "cabin crew check" (nice sound), please shut up and let us relax. Stop to the bleating advertising on Ryanair flights. Thank you.

Dopo l'intrigante annuncio "cabin crew check", lasciateci rilassare e spegnete quel gracchiante belato pubblicitario sui voli Ryanair. Grazie.

23/09/2010 - Alberto Sciretti. Sono perplesso dopo aver ascoltato la gracchiante pubblicità martellante su un conveniente volo Ryanair. Sui voli si vende di tutto, si fa per dire dagli orologi (del baffo?) ai gratta e vinci (i numeri di vanna marchi?). Ma il viaggio non doveva essere rilassante? Ho capito, è solo conveniente, "low cost".

martedì 5 ottobre 2010

Pungoleresti un leone con un punteruolo in ferro per un pubblico pagante? La natura è indomabile.


Due leoni, dopo chissà quali angherie e una vita triste sostanzialmente innaturale lontana dalla loro savana,  hanno attaccato un domatore durante uno spettacolo circense a Lviv in Ucraina. Il domatore Oleksie Pinko, per quanto zoppicante con una gamba insanguinata, forse impossibilitato a battere in ritirata e cercando di riprendere il controllo dell'arena con la violenza colpisce con un punteruolo in ferro un leone, scatenando l'aggressività naturale del felino che trova sostegno in un compagno. I leoni ce l'avevano unicamente con il domatore, ignorando gli addetti del circo che si adoperano per fermare i leoni con getti d'acqua e bastonate in attimi scioccanti, mentre i felini attaccano il domatore. Il domatore, che ha rischiato di essere lettaralmente sbranato, è stato azzannato più volte alle braccia. Pinko è stato portato in ospedale dove è stato operato d'urgenza. Ora è in condizioni giudicate stabili. Ora ha conosciuto un vero leone.


Questo è l'attacco naturale di un leone. Lo pungoleresti con un punteruolo in ferro per far divertire un pubblico pagante?

lunedì 4 ottobre 2010

L'art.21 della Costituzione non vale per un libraio che sostiene di amare Milingo

Se passasse Francesco Totti e scrivessessimo "I love Milito" (attaccante Inter) succederebbe qualcosa?

Ma come, in questi giorni in tutta la rete non si fa che parlare della bestemmia del premier Silvio Berlusconi e la censura dello Stato cosa fa, si materializza con forza con un povero libraio borbottino, Salvatore Rizzuto Adelfio, che rivendicando il ruolo del libraio come operatore culturale, aveva esposto nella propria libreria "AltroQuando" uno striscione ironico con scritto I love Milingo, in concomitanta con la visita del Papa a Palermo ed il relativo adiacente passaggio.  La Costituzione vigente, così all'art. 21 Art. 21 co.1: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. L’opera censoria delle forze dell’ordine pare lesiva della libertà democratica di espressione del pensiero e per questo la rete è insorta parlandone, anche con riferimento alla contemporanea bestemmia del premier.


"Pazzesco. Ho visto il video della Digos che fa una irruzione stile rogo nazista dei libri del '33. Non so se aver più timore di rapinatori o se della Polizia. Il fine settimana a scodinzolare dietro dietro il papa... La settimana scorsa a manganellare studentini (detto con affetto... ho 50 anni) di 16/18/20 anni a Torino. Dopo che li avevano già bastonati in altre città. Bastoni per chi a Napoli protesta per evitare l'ennesima discarica a 300 mt da casa, dato che ha già 3 malati di cancro in casa...Bastoni per chi protesta per la chiusura degli stabilimenti. Bastoni... bastoni... bastoni...Brutti segnali" Tratto dal Blog di Beppe Grillo.

sabato 2 ottobre 2010

Magnifici cambiamenti climatici all'Università Ca' Foscari Venezia. La questione morale

30/09/2010 L'entrata principale di una Ca' Foscari irriconoscibile è sbarrata fisicamente da decine di poliziotti in assetto antisommossa, chiamati a tutelare l'ordine pubblico rispetto alle sacrosante proteste dei 39 lavoratori dell'Università reintegrati dal giudice. Scudi e manganelli fuori luogo alimentano nientemeno che la tensione ed il nosense nel tempio delle idee, del dialogo e della conciliazione. Lo Stato non è più in grado di tutelare il diritto al lavoro, se non per mano di una magistratura sempre più intasata e pertanto astutamente criminalizzata. L'unico pericolo concreto è rappresentato dall'incapacità manifesta di un rettore, Prof. Carlo Carraro, esperto di cambiamenti climatici, di ricevere dignitosamente i propri lavoratori in quella che più volte i giudici hanno sancito essere la loro sede naturale di lavoro. I lavoratori sono stati ricevuti nel cortile in una atmosfera surreale, indegna di una Università. La temperatura del clima a Ca' Foscari sta aumentando e tende a surriscaldarsi e questa incapacità saccente ed imbarazzante non contribuisce a rasserenare il clima.


Nella serata del 30 Settembre 2010, il Prof.re Carlo Carraro, circondato da decine di poliziotti in assetto antisommossa, chiamati irrazionalmente da Bologna a contenere un “pericolosissimo” manipolo di lavoratori disperati ed esasperati che da troppi maledetti mesi chiedono il rispetto delle ordinanze dei giudici, ha, tra le tante cifre richiamate in un freddo cortile ed in una atmosfera surreale, parlato della necessità di reperire 700.000 euro per sbloccare l’ennesima impasse in una vicenda vergognosa anche per l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che molto probabilmente si ritroverà a rispondere in solido con l’appaltatore di retribuzioni, contributi previdenziali, effettuazione e versamento delle ritenute fiscali sui redditi di tutti i lavoratori coinvolti nella vicenda. Si pensi che perfino gli antichi veneziani nel loro glorioso Arsenale evitavano gli appalti nella costruzione degli scafi perché pur favorendo la produttività, non davano sufficienti garanzie di qualità. Per questo motivo, dopo essere stato adottato in vari casi per la costruzione di tutta la galera, venne limitato esclusivamente alle opere morte e alle attrezzature, cioè alle parti in cui la lavorazione affrettata non pregiudicava la sicurezza dello scafo. A Ca’ Foscari, come ovunque, il servizio di portineria è parte dello scafo, è il biglietto da visita che rappresenta in prima linea l’immagine dell’Università con i propri clienti e più in generale con gli utenti tutti. Quando lo studente percepisce un disservizio da parte del servizio erogato dalla portineria, lo imputa a Ca’ Foscari e non alla cooperativa che si è aggiudicata l’appalto.
Purtroppo Ca' Foscari è sempre più imbevuta di ipocrisia; tanto più si solleva palpabile una questione morale all'Università tanto più evapora timidamente il coraggio di denunciarla da parte dei suoi protagonisti.  Un malloppo val bene una laurea, scriveva sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella in una vicenda poco chiara che riguardava l'Università Ca' Foscari. A nessuno sembra importare che la società civile guardi sempre più all'Università esattamente come nel medioevo un contadino guardava il castello baronale del proprio Signore di turno. Il nodo cruciale è come sempre il conflitto d'interesse tra il ruolo pubblico che si ricopre e  i meri interessi privati. Qui si solleva la questione morale, a Ca' Foscari come altrove. La questione più spinosa è anche quella paradossalmente meno dibattuta anche purtroppo in una Università.

Nelle aule universitarie si affronta nella teoria il Total Quality Management, un modello di qualità che prevederebbe, tra i tanti aspetti anche la possibilità di mettere in discussione i metodi di lavoro da parte dei lavoratori, eppure questi lavoratori delle portinerie nella pratica vengono trattati come dei paria e si vedono negare oltre al diritto al lavoro anche il diritto di parola sul blog del Rettore nella vicenda incresciosa  che li riguarda. L'Università è indifferente rispetto alla politica illegale dell'attuale cooperativa che ha vinto l'appalto e si limita a contare, come ha fatto il Rettore nella serata richiamata, i lavoratori come se fossero figurine da eliminare una ad una prima di arrivare ad una soluzione fisiologica. L'istituzione pubblica non è insorta neanche quando sui 28 lavoratori assunti inizialmente dalla nuova cooperativa al posto dei 39 reintegrati, ben 18 circa sono stati portati alle dimissioni a suon di turni massacranti in violazione della normativa giuslavorista, con irreali ambulanze davanti alle sedi universitarie e funzionari della Direzione Provinciale del Laovoro - Servizio Ispezione del Lavoro chiamati a mettere luce sulla vicenda.

Dicevo che lo studente non sa distinguere, tra Università e cooperativa. Sinceramente non so più neanche io distinguere i volti dell'attuale classe dirigente e della gerontocrazia. Nella fretta potrei scambiare il Prof.re Carlo Carraro con Alessandro Profumo o Cesare Geronzi e tanti altri. Guardateli i volti di chi si occupa di finanza a discapito dell'economia reale; sono tutti uguali, patinati di ipocrisia e pronti a risolvere con compromessi e transazioni economiche i nodi morali della vita, costruendo un modello di società impregnata di ingiustizia. L'esame di etica economica l'hanno superato velocemente come se fosse un pesante carretto trainato da uno stupido mulo. Sembrano costruiti nel laboratorio della saccenza e della presunzione con lo stampino. Sono quasi tutti dei premi nobel mancati, che alterano la realtà vendendo fumo, così come si vende una “gondoeta” in plastica ad un turista in Lista di Spagna spacciandola per oro zecchino; credono fermamente di dire verità sacrosante mentre pronunciano le menzogne più artefatte. Visto ed appurato che sono un ideologo provocatore, incapace di cogliere la sublime magnificenza di chi come l'attuale Rettore Carlo Carraro, probabilmente è stato il protagonista indiscusso ed incompreso della mostra Russie sul totalitarismo e sulla mistificazione, cercando di togliere in un episodio poco chiaro le mailing list alle RSU di Ca’ Foscari in violazione di legge (art. 28 Legge 20 maggio 1970 n.300), ho trovato  i 700.000 euro. È stato facile trovare i 700.000 euro. Cosa vuoi che siano 700.000 euro al giorno d'oggi.




Contemporaneamente alla nomina nell’ Aprile 2010 del Prof.re C. Carraro nel Cda delle Assicurazioni Generali presieduto da Cesare Geronzi in barba al principio fumoso del cumulo di incarichi rispetto al suo attuale mandato di Rettore, è emerso da uno studio-pilota dal titolo "Finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale" realizzato dall’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar) di IRES Toscana – Istituto di ricerche Economiche e Sociali – vincitore del bando di finanziamento della Fondazione Culturale Responsabilità Etica onlus per il 2009, che le Assicurazioni Generali hanno acquistato, come tante altre banche bisogna dirlo, quote di aziende che producono: armi nucleari (210 mila euro), bombe a grappolo (160 mila), ed altre tipologie di armi controverse (370 mila) (Valori, n.78, Aprile 2010). Ora, se il Prof.re Carlo Carraro riuscisse a convincere il suo amico Cesare Geronzi ad investire questi 740.000 nella pacifica istruzione universitaria togliendoli dalle disponibilità dei fabbricanti di morte, il problema sarebbe risolto. Peccato che la mia sembri soltanto ideologia. In fondo questa storia, se la raccontassimo ad un semplice malgaro dell'Altopiano di Asiago non la capirebbe. Beato lui.
Cesare Geronzi, che presiede il Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali, è imputato per il reato di bancarotta in due processi di competenza del Tribunale di Roma. Uno riguarda il crack Cirio, mentre l'altro il crack Parmalat ed Eurolat, accaduti tra il 2002 e il 2003. All'epoca dei reati contestati, Geronzi era dirigente del gruppo bancario Capitalia e assisteva finanziariamente il gruppo Cirio e il gruppo Parmalat. A Marzo 2010 i processi devono ancora avere inizio (Il Sole 24 Ore, Svolta al processo Eurolat Cesare Geronzi prosciolto dall'accusa di estorsione, 23 Marzo 2010).
Cesare Geronzi secondo Marco Travaglio

Il lavoro è essenziale per il benessere di tutti: oltre ad assicurare un reddito, apre la strada al progresso sociale ed economico dando più potere agli individui e alle loro famiglie e comunità. Per realizzare questo progresso però il lavoro deve essere dignitoso. Dignitoso significa che garantisce una posizione produttiva e sufficientemente retribuita, sicurezza sul lavoro e protezione sociale per sé e per le proprie famiglie. Lavoro dignitoso significa migliori prospettive per lo sviluppo personale e per l'integrazione sociale, libertà di manifestare le proprie opinioni, di organizzarsi e di partecipare alle decisioni riguardanti la propria vita, e dà pari opportunità di trattamento a tutte le donne e gli uomini. "Il lavoro non è una merce" si disse in una Conferenza generale dellOrganizzazione internazionale del Lavoro, riunita a Filadelphia nel 1944. Nel 2010 possiamo dire che questa vicenda semplicemente non è dignitosa.

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