Alberto lungo le mura di Marrakech (31/12/2009) fondata tra il 1060 e il 1070.
Ho visitato Marrakech a capodanno e mi porto ancora dentro quel
senso di contraddizione tra una roboante Aston Martin che impauriva un affaticato asino da soma e la miseria più totale.
Ho visitato una conceria e ho conosciuto l'Inferno.
Credo sempre più che invece che calmierare il prezzo del pane,
bisognerebbe impedire all'individuo di accumulare ricchezze spropositate che altra conseguenza non hanno che affamare l'altrui individuo. "
Finchè esiste la povertà, non può esserci una vera libertà." ha detto Nelson Mandela. Un paese dignitoso che voglia sviluppare un senso di appartenenza alla nazione e a quei principi universali dell'uguaglianza, dovrebbe
stabilire un tetto all'arricchimento personale, che ne sò 5 milioni di euro a testa oltre ai quali devi dare tutto in beneficienza, magari all'Unicef.
Nel 2009 l'Aston Martin ha presentato la One-77, una esclusiva Gran Turismo che verrà prodotta in solo 77 esemplari e la cui consegna ai clienti è previsto avvenga nel corso del 2010. L'auto dovrebbe costare un milione di euro, il suo motore è una evoluzione del classico V12 ma con cilindrata portata a 7,3 litri e in grado di produrre una potenza massima di 700 CV.
Video di Alberto Sciretti girato a Marrakech.
Rosse le bandiere a Marrakech, sempre più rosso il mio pensiero che però non lacera e soffoca le potenzialità dell'individuo. Credo nell'individuo, nella sua "libera iniziativa economica" proprio come riporta l'art.41 della Costituzione, ma attenzione credo fermamente anche nel secondo comma del medesimo articolo e cioè "Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana." L'art. 4 della nostra Carta Costituzionale ci ricorda infatti che "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.". Sottrarre le risorse agli altri, non significa concorrere al progresso materiale della società. Torniamo a Marrakech..
Quando arrivi a Marrakech, ti accoglie una ventata d'aria calda, un bisbiglio al deserto.
La cosa più bella da fare è passeggiare come tartarughe sotto il sole lungo le mura (a fine dicembre nel primo pomeriggio c'erano 25 gradi al sole, infatti stavo in camicia. Verso il tardo pomeriggio la temperatura inizia a calare fino a raggiungere gli 8-10 gradi alla sera)
e frequentare la convulsiva piazza Jama‘a el-Fnaa, i vicoli adiacenti e i suq, cioè mercati coperti che si articolano su numerose viuzze e piazzette, ciascuna delle quali è dedicata ad attività specifiche. Marrakech và vissuta all'aria aperta, non ci sono infatti musei e le Moschee non sono visitabili.
Suq a Marrakech (c'è un grande ingresso dalla piazza principale la Jemaa el-Fna), dove vi rapirà la varietà dei colori. Qui i soldi che mi ero portato via sono evaporati...ma ne è valsa la pena: si possono comprare degli oggetti berberi stupendi lavorati a mano in osso di cammello o corno di gazzella, basta trovarli tra robaccia di dubbia provenienza, fatta a macchina. Non bisogna sottrarsi al rito, all'inizio un po' faticoso, della contrattazione. Il venditore ne conosce il valore, ma lui vuole sapere chi siamo, quanto convinto è il nostro interesse. E, poi, ha tempo; è disposto a cedere e a rilanciare, ad aggiungere qualcosa in più per fare sembrare più conveniente la sua offerta, ad ascoltare la nostra fantasia, gli argomenti che sappiamo scovare in fondo a chissà quale ripostiglio dell'anima per strappare un buon prezzo. Un prezzo alla fine che accontenta tutti se abbiamo condotto bene la trattativa. Chi vende ha ricavato il suo guadagno, che gli consente di vivere, e chi compra pensa sempre di aver comprato un tesoro, come il sottoscritto con il pugnale berbero riportato qui sotto.
Ovviamente, quale ammiratore di Lawrence d'Arabia, me ne sono portato a casa uno: un Koummya o Kumiyah, un glorioso pugnale del Marocco, tradizionale dei Berberi. E' ad un solo taglio. Il fodero è molto incurvato in punta
Veniamo alle rosseggianti mura d'argilla e alle montagne dell'Atlante sullo sfondo con gli adiacenti palmeti e giardini, in cui spopolano olivi e alberi da frutto. Le mura sono composte da un solidissimo impasto di argilla e calce. I fori, ben visibili nelle foto successive, servivano per le travi di sostegno, in corso d'opera, poi per evitare la formazione di umidità. La cinta è alta 6 o 8 metri e spessa 1.4-2; il cammino di ronda era largo appena 60 cm!!! Le mura, le palme e l'Atlante sono i simboli di Marrakech.
Un aspetto che vi stupirà; lungo tutte le mura, vi sono aranceti e aranceti..basterebbe allungare la mano e una succosa arancia sarebbe sotto i vostri denti. Ho pensato che almeno lì, i senzatetto hanno di che sfamarsi. Tuttavia non ho visto nessuno toccare le arancie (vai a vedere che il Re ha imposto la pena di morte per chi ruba le arancie comunali???).
Talvolta sulle mura si possono notare le cicogne che vi nidificano.
Come in tutto l'Islam, anche in Marocco il giardino è prefigurazione e proiezione sulla terra del paradisono promesso agli eletti, luogo in cui immagini, suoni, profumi fanno intravedere al fedele le delizie dell'aldilà. Un esempio tipico in tal senso a Marrakech è il parco dell'Agdal.
La Moschea della Koutoubia, il cui minareto è una delle più alte espressioni dell'arte maghrebina, oltre che simbolo e "faro" di Marrakech; è una della più vaste dell'Occidente islamico.
Il palazzo reale a Marrakech. Audi e Mercedes oscurate che entrano ed escono, schiere di giardinieri che corrono sentendosi parte di un giardino incantato...
Palazzo reale
Piazza Jemaa el-Fna
Piazza Jemaa el-Fna, coinvolgente cuore cittadino che per la sua animosità mette agitazione. Ci si torna più volte, ma si fugge anche. Un ammaliante ma sinistro palcoscenico animato da cantastorie, indovini, acrobati, danzatori, incantatori di serpenti e da artisti di strada. Diventi una formica e se sei giovane alla sera ti viene sibilato continuamente "hashish, hashish". Lasciatevi andare con le aranciate buonissime che costano 3 o 4 Dirham l'una, cioè 30 o 40 centesimi di euro.
Le baraccopoli di Marrakech.
Solo uscendo dal lusso asettico dei grandi alberghi che si può cogliere il Marocco delle contraddizioni e dei contrasti. Solo così si può capire perchè tanti fuggono da questo paese, sicuramente il più bello e potenzialmente il più ricco del Nordafrica. I divari più marcati sono sicuramente quelli sociali, divari tra un'esigua minoranza di ricchi e una maggioranza di poveri e diseredati che vivono la loro marginalità nelle baraccopoli urbane e nei villaggi rurali. Non è facile essere bambini in Marocco, dove la mortalità infantile è sette volte più alta di quella italiana. Questa povertà l'ho toccata con mano, ho visto immagini, come quelle qui sotto di una conceria, dove le condizioni ambientali dei lavoratori sono INUMANE.
Sono entrato in un conceria, ho visto lavoratori a piedi nudi camminare su carcasse d'animali in attesa di essere scuoiati, un odore insopportabile che si cercava di attenuare con delle foglia di menta sotto il naso. Lo ricoderderò per tutta la vita, ho avuto la sensazione di entrare nell'inferno e ci sono stato solo 30 minuti; ci sono persone che ci lavorano una vita intera, che si ammalano e dormono su delle cavità adiacenti.
Il Marocco gode di un grande vantaggio rispetto ai suoi vicini. Ogni marocchino disponde di 3 volte tanto l'acqua di un algerino e di un tunisino e 30 volte quella di un egiziano. Si pensi che il 20% del territorio marocchino è ricoperto da foreste, contro il 2% della vicina Algeria. Inoltre il Marocco dal 10 ottobre del 2003 ha adottato una nuova legge sulla famiglia. Una riforma storica, perchè l'eguaglianza tra uomini e donne entra a far parte della legislazione. Il Marocco è il secondo paese arabo musulmano, dopo la Tunisia, a compiere questo passo.
Tuttavia il 35% dei marocchini non ha l'acqua potabile e il 38% non ha i servizi igienici nella propria casa, il 50% non possiede un frigorifero e un televisore, il 70% un auto, il 98% un personal computer.
Nota dolente, il traffico. Caotico fino a provocarti mal di testa. Lo smog ti accarezza continuamente. I vigili cercano in modo convulsivo e con l'abuso del fischitto di dare una parvenza logica ad un moto che è nato e rimarrà credo per sempre entropico. Tutti suonano il clacson, ognuno si è autoconvinto di avere più fretta dell'altro. Si china il capo, solo quando passa... l'Aston Martin.