mercoledì 17 febbraio 2010

La corruzione comincia con un piatto di pasta

"La corruzione comincia con un piatto di pasta" diceva Indro Montanelli
La Corte dei conti, allarme corruzione. La corruzione e' un ''tumore maligno'' contro il quale non ci sono ''anticorpi'' nella pubblica amministrazione e che con gli anni addirittura sembra peggiorare. Nel 2009 le denunce sono infatti aumentate del 229%. E' la Corte dei Conti a mettere il dito nella piaga e a parlare della necessita' di recuperare ''senso etico'' perche' ''se non c'e' senso etico nell'agire - ha detto oggi il presidente della magistratura contabile Tullio Lazzaro - non bastano mai i giudici, i carabinieri o le altre forze dell'ordine a combattere questo male''.
È poi assai grave - aggiunge il presidente Lazzaro (leggi l'intervento) - la mancanza di «anticorpi» nella Pa contro le condotte illecite individuali che causano «offuscamento dell'immagine dello Stato e flessione della fiducia che la collettività ripone nelle amministrazioni e nelle stesse istituzioni del Paese» Alla malversazione vera e propria si affianca poi tutta quella serie di comportamenti che portano ad ''un ingente spreco di risorse pubbliche''.
Ho già parlato in un precedente post di una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiandosi abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento. Insomma, abbiamo interi pezzi di società che hanno ormai introiettato i modelli comportamentali dei mafiosi. E lo si vede in tutti i campi". (Antonio Ingroia , magistrato)

domenica 14 febbraio 2010

Il lavoro è una droga che sembra una medicina: chiude il centro di ricerche GlaxoSmithKline, se ne va la Signora Ricerca

"Il lavoro è una droga che sembra una medicina" è una citazione di Thomas Lanier Williams, meglio noto come Tennessee Williams (1911 – 1983)
Mi ero abituato alla Glaxo. Tutte le volte che vado a divertirmi sul lago di Garda e lungo l'A4 passo a fianco al centro ricerche di neuroscienze, lo guardo e vorrei sfiorarlo con la mano, in un misto di ammirazione e rispetto: la Signora Ricerca è dentro e sta lavorando. Scivolo via costretto, vado a divertirmi sul lago, ma so che alle spalle la Signora Ricerca con i suoi "Cervelli" studia fenomeni come la depressione, l’ansia, la dipendenza da droghe, i disturbi del sonno. Non bisogna disturbarla, lei pensa ad un futuro migliore per noi e per i nostri figli, per la dignità dell'uomo.
Ho iniziato veramente a capire l'importanza di questi centri di ricerca visitando i laboratori di ricerca dell'Eth di Zurigo http://www.inesplorazione.it/2008/03/eth-zurigo-politecnico-di-zurigo-dove.html
Invece il più grande polo scientifico-tecnologico della regione, uno degli ultimi grandi centri di ricerca farmaceutica in Italia designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze, che occupa 550 ricercatori (un terzo del totale: lo stabilimento di Verona conta 1.500 dipendenti) entro Dicembre 2010 chiude. La multinazionale inglese “GlaxoSmith Kline” (GSK) ha deciso di chiudere il centro di Ricerca di Verona, con ricadute enormi per la ricerca si pensi che la Glaxo ha attivi progetti con gli Atenei di Verona, Brescia, Genova, Roma, Ferrara e Macerata solo per restare in Italia. Questo è il risultato che si ottiene quando la politica abdica e cede il potere alla finanza; in questo caso il parossismo è che l'Azienda con lo scorso anno ha maturato utili per oltre 2 miliardi di euro, aumentandoli del 66% rispetto al 2008 – ottenendo in Italia svariati (sembra 24) milioni di euro di fondi pubblici proprio per sviluppare i suoi progetti di ricerca.

La sede di Verona della Glaxo
Una società dove la finanza non viene adeguatamente tassata (il livello di tassazione sulle rendite finanziarie in italia è al 12,5% mentre la media europea è tra il 20 e il 22%) e dove taluni investono e speculano sul fatto che la Borsa perda e quindi che delle aziende chiudano lasciando i propri lavoratori a casa, è una società senza futuro. Una società, come quella italiana fanalino di coda in materia, che non investe nella ricerca è una società senza futuro.
Il finale della solità nenia...: sembra che Gsk abbia aperto un centro ricerche che si occupa di neuroscienze in Cina. Il governo cinese ha praticamente regalato tutto, anche i primi cinquanta ricercatori. Che nenia.

Ho fotografato il sito web della GlaxoSmithKline (GSK) al 14/02/2010, che alla voce "Chi Siamo" ancora riporta quanto segue: "è una multinazionale farmaceutica, basata sulla ricerca, nata nel dicembre 2000 dalla fusione di Glaxo Wellcome e SmithKline Beecham. Con oltre 100 mila dipendenti, un fatturato di circa 33 miliardi di euro e una quota di mercato del 5,6 per cento, il gruppo si colloca al secondo posto nel mondo. La Ricerca e Sviluppo può contare su oltre 15 mila ricercatori che operano in Centri ricerca dislocati in vari paesi tra i quali: Belgio, Cina, Croazia, Francia, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. In Italia, dove è presente dal 1932, GSK occupa oltre 3.000 dipendenti e ha la sua sede principale a Verona, ove è presente anche il Centro ricerche che, con oltre 700 addetti, molti dei quali stranieri, è stato designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze."

martedì 9 febbraio 2010

Sentimento Venezia

Canella Giuseppe (Veroa 1788 / Firenze 1847)
"..se a una cert'ora del giorno vi fermerete un momento sopra uno qualunque dei quattrocento ponti, a guardarvi intorno, vedrete, poniamo, un lungo rio tutto in ombra, tetro e un poco sinistro, che sfonda laggiù in un grande fulgore d'aria, d'acqua, di oleandri in fiore: ma saliti che sarete sul ponte successivo pochi minuti dopo secondi più in là, vedrte un altro rio che , girando ai piedi di una casa rossa violentemente battuta dal sole, è tutto un lumeggiare di fiamme, e sprizzare di scintille, tutto una risata squillante di ubrica allegria. Che se rifarete i due ponti un'ora dopo (non vi occorrerà aspettare la sera o la notte), avrete l'impressione di passarci allora per la prima volta, poiché ogni cosa sarà diversa da prima: distribuzione del chiaro e dello scuro sulle pareti dei rii, tinta dell'atmosfera, distanze prospettiche, e, per cos' dire, stato d'animo. Pensate ora alle variazioni infinite del cielo, attraverso ogni ora di ogni giorno di ogni stagione e avrete un'idea di quella che ho chiamato l'altra Venezia, ma che in realtà è un'innumerevole moltitudine di Venezie. Al fondo, la costante dell'unico spirito, dell'unico genio creatore, indefinibile" (Guida sentimentale di Venezia di Diego Valeri 1887-1976)

Guglielmo Ciardi, Mattino di maggio, 1869

Pietro Fragiacomo, (1856-1922), Venezia povera, Valdagno (Vicenza) Raccolta privata

Gugliemo Ciardi (1841-1917), Canale della Giudecca, Museo d'Arte Moderna Ca' Pesaro Venezia

Uno dei miei primi video..

lo rievoco perchè contiene alcune atmosfere di Venezia di Ippolito Caffi (1809 - 1866)

domenica 31 gennaio 2010

Marrakech, tra il lusso delle Aston Martin e la miseria dell'asino da soma: le contraddizioni dell'Uomo

Alberto lungo le mura di Marrakech (31/12/2009) fondata tra il 1060 e il 1070.
Ho visitato Marrakech a capodanno e mi porto ancora dentro quel senso di contraddizione tra una roboante Aston Martin che impauriva un affaticato asino da soma e la miseria più totale.
Ho visitato una conceria e ho conosciuto l'Inferno.
Credo sempre più che invece che calmierare il prezzo del pane, bisognerebbe impedire all'individuo di accumulare ricchezze spropositate che altra conseguenza non hanno che affamare l'altrui individuo. "Finchè esiste la povertà, non può esserci una vera libertà." ha detto Nelson Mandela. Un paese dignitoso che voglia sviluppare un senso di appartenenza alla nazione e a quei principi universali dell'uguaglianza, dovrebbe stabilire un tetto all'arricchimento personale, che ne sò 5 milioni di euro a testa oltre ai quali devi dare tutto in beneficienza, magari all'Unicef.
Nel 2009 l'Aston Martin ha presentato la One-77, una esclusiva Gran Turismo che verrà prodotta in solo 77 esemplari e la cui consegna ai clienti è previsto avvenga nel corso del 2010. L'auto dovrebbe costare un milione di euro, il suo motore è una evoluzione del classico V12 ma con cilindrata portata a 7,3 litri e in grado di produrre una potenza massima di 700 CV.
Video di Alberto Sciretti girato a Marrakech.
Rosse le bandiere a Marrakech, sempre più rosso il mio pensiero che però non lacera e soffoca le potenzialità dell'individuo. Credo nell'individuo, nella sua "libera iniziativa economica" proprio come riporta l'art.41 della Costituzione, ma attenzione credo fermamente anche nel secondo comma del medesimo articolo e cioè "Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana." L'art. 4 della nostra Carta Costituzionale ci ricorda infatti che "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.". Sottrarre le risorse agli altri, non significa concorrere al progresso materiale della società. Torniamo a Marrakech..
Quando arrivi a Marrakech, ti accoglie una ventata d'aria calda, un bisbiglio al deserto. La cosa più bella da fare è passeggiare come tartarughe sotto il sole lungo le mura (a fine dicembre nel primo pomeriggio c'erano 25 gradi al sole, infatti stavo in camicia. Verso il tardo pomeriggio la temperatura inizia a calare fino a raggiungere gli 8-10 gradi alla sera) e frequentare la convulsiva piazza Jama‘a el-Fnaa, i vicoli adiacenti e i suq, cioè mercati coperti che si articolano su numerose viuzze e piazzette, ciascuna delle quali è dedicata ad attività specifiche. Marrakech và vissuta all'aria aperta, non ci sono infatti musei e le Moschee non sono visitabili.

Suq a Marrakech (c'è un grande ingresso dalla piazza principale la Jemaa el-Fna), dove vi rapirà la varietà dei colori. Qui i soldi che mi ero portato via sono evaporati...ma ne è valsa la pena: si possono comprare degli oggetti berberi stupendi lavorati a mano in osso di cammello o corno di gazzella, basta trovarli tra robaccia di dubbia provenienza, fatta a macchina. Non bisogna sottrarsi al rito, all'inizio un po' faticoso, della contrattazione. Il venditore ne conosce il valore, ma lui vuole sapere chi siamo, quanto convinto è il nostro interesse. E, poi, ha tempo; è disposto a cedere e a rilanciare, ad aggiungere qualcosa in più per fare sembrare più conveniente la sua offerta, ad ascoltare la nostra fantasia, gli argomenti che sappiamo scovare in fondo a chissà quale ripostiglio dell'anima per strappare un buon prezzo. Un prezzo alla fine che accontenta tutti se abbiamo condotto bene la trattativa. Chi vende ha ricavato il suo guadagno, che gli consente di vivere, e chi compra pensa sempre di aver comprato un tesoro, come il sottoscritto con il pugnale berbero riportato qui sotto.
Ovviamente, quale ammiratore di Lawrence d'Arabia, me ne sono portato a casa uno: un Koummya o Kumiyah, un glorioso pugnale del Marocco, tradizionale dei Berberi. E' ad un solo taglio. Il fodero è molto incurvato in punta
Veniamo alle rosseggianti mura d'argilla e alle montagne dell'Atlante sullo sfondo con gli adiacenti palmeti e giardini, in cui spopolano olivi e alberi da frutto. Le mura sono composte da un solidissimo impasto di argilla e calce. I fori, ben visibili nelle foto successive, servivano per le travi di sostegno, in corso d'opera, poi per evitare la formazione di umidità. La cinta è alta 6 o 8 metri e spessa 1.4-2; il cammino di ronda era largo appena 60 cm!!! Le mura, le palme e l'Atlante sono i simboli di Marrakech.
Un aspetto che vi stupirà; lungo tutte le mura, vi sono aranceti e aranceti..basterebbe allungare la mano e una succosa arancia sarebbe sotto i vostri denti. Ho pensato che almeno lì, i senzatetto hanno di che sfamarsi. Tuttavia non ho visto nessuno toccare le arancie (vai a vedere che il Re ha imposto la pena di morte per chi ruba le arancie comunali???).
Talvolta sulle mura si possono notare le cicogne che vi nidificano.
Come in tutto l'Islam, anche in Marocco il giardino è prefigurazione e proiezione sulla terra del paradisono promesso agli eletti, luogo in cui immagini, suoni, profumi fanno intravedere al fedele le delizie dell'aldilà. Un esempio tipico in tal senso a Marrakech è il parco dell'Agdal.
La Moschea della Koutoubia, il cui minareto è una delle più alte espressioni dell'arte maghrebina, oltre che simbolo e "faro" di Marrakech; è una della più vaste dell'Occidente islamico.
Il palazzo reale a Marrakech. Audi e Mercedes oscurate che entrano ed escono, schiere di giardinieri che corrono sentendosi parte di un giardino incantato...
Palazzo reale
Piazza Jemaa el-Fna
Piazza Jemaa el-Fna, coinvolgente cuore cittadino che per la sua animosità mette agitazione. Ci si torna più volte, ma si fugge anche. Un ammaliante ma sinistro palcoscenico animato da cantastorie, indovini, acrobati, danzatori, incantatori di serpenti e da artisti di strada. Diventi una formica e se sei giovane alla sera ti viene sibilato continuamente "hashish, hashish". Lasciatevi andare con le aranciate buonissime che costano 3 o 4 Dirham l'una, cioè 30 o 40 centesimi di euro.
Le baraccopoli di Marrakech.
Solo uscendo dal lusso asettico dei grandi alberghi che si può cogliere il Marocco delle contraddizioni e dei contrasti. Solo così si può capire perchè tanti fuggono da questo paese, sicuramente il più bello e potenzialmente il più ricco del Nordafrica. I divari più marcati sono sicuramente quelli sociali, divari tra un'esigua minoranza di ricchi e una maggioranza di poveri e diseredati che vivono la loro marginalità nelle baraccopoli urbane e nei villaggi rurali. Non è facile essere bambini in Marocco, dove la mortalità infantile è sette volte più alta di quella italiana. Questa povertà l'ho toccata con mano, ho visto immagini, come quelle qui sotto di una conceria, dove le condizioni ambientali dei lavoratori sono INUMANE.
Sono entrato in un conceria, ho visto lavoratori a piedi nudi camminare su carcasse d'animali in attesa di essere scuoiati, un odore insopportabile che si cercava di attenuare con delle foglia di menta sotto il naso. Lo ricoderderò per tutta la vita, ho avuto la sensazione di entrare nell'inferno e ci sono stato solo 30 minuti; ci sono persone che ci lavorano una vita intera, che si ammalano e dormono su delle cavità adiacenti.
L'inferno conceria.
Il Marocco gode di un grande vantaggio rispetto ai suoi vicini. Ogni marocchino disponde di 3 volte tanto l'acqua di un algerino e di un tunisino e 30 volte quella di un egiziano. Si pensi che il 20% del territorio marocchino è ricoperto da foreste, contro il 2% della vicina Algeria. Inoltre il Marocco dal 10 ottobre del 2003 ha adottato una nuova legge sulla famiglia. Una riforma storica, perchè l'eguaglianza tra uomini e donne entra a far parte della legislazione. Il Marocco è il secondo paese arabo musulmano, dopo la Tunisia, a compiere questo passo.
Tuttavia il 35% dei marocchini non ha l'acqua potabile e il 38% non ha i servizi igienici nella propria casa, il 50% non possiede un frigorifero e un televisore, il 70% un auto, il 98% un personal computer.
Marocco ha da sempre acceso i sogni di fuga dei giovani italiani con film quali Marrakech Express e Last minute Marocco.
Nota dolente, il traffico. Caotico fino a provocarti mal di testa. Lo smog ti accarezza continuamente. I vigili cercano in modo convulsivo e con l'abuso del fischitto di dare una parvenza logica ad un moto che è nato e rimarrà credo per sempre entropico. Tutti suonano il clacson, ognuno si è autoconvinto di avere più fretta dell'altro. Si china il capo, solo quando passa... l'Aston Martin.

martedì 26 gennaio 2010

Italia anno 2010: le coppie di fatto nell' anno 0 della tolleranza

Matthew Wayne Shepard (1976 - 1998)
 Un po di tempo fa' dedicai un post "Lo specchio della vita delle donne nei Kilim", a Rachel Corrie (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003) un ragazza attivista statunitense pacifista. Ora mi sento di parlare di un ragazzo americano Matthew Wayne Shepard (1º dicembre 1976 - 12 ottobre 1998), studente all' Università del Wyoming.
Matthew Wayne Shepard (1976 - 1998)
Matthew Wayne Shepard venne derubato e torturato da due ragazzi in una località vicino a Laramie, Wyoming la notte tra il 6 ottobre e il 7 ottobre 1998, a causa del suo orientamento sessuale. Shepard fu trovato dopo 18 ore di agonia, con una frattura dalla nuca fino oltre l'orecchio destro. Parte del cervello era stata danneggiata in modo tale da risultare compromessa la capacità del suo corpo di regolare il battito cardiaco, la temperatura corporea e altre funzioni vitali. C'era inoltre circa una dozzina di piccole ferite sulla testa, sul collo e sulla faccia.  Morì cinque giorni dopo a causa delle ferite subite.
Matthew Wayne Shepard (1976 - 1998)
I suoi assassini stanno attualmente scontando la pena in prigione. Gli avvocati hanno dimostrato che Shepard venne attaccato esclusivamente a causa del proprio orientamento sessuale. Il suo caso, grazie anche alla famiglia che ha scelto di non mettere a tacere l'episodio ma di parlarne in pubblico, è diventato un simbolo contro la discriminazione in tutto il mondo.

Matthew Wayne Shepard (1976 - 1998)
Il processo vide l'inquietante introduzione nel diritto della "difesa da panico gay"; inoltre un gruppo di oppositori omofobi, capeggiati dal pastore della Chiesa Battista Fred Phelps, di distinse per la propria follia protestando con picchetti ai funerali di Shepard e al processo dei suoi assalitori. La violenta protesta si concretizzò con cartelli e slogan come «Matt Shepard marcisce all'inferno», «L'Aids uccide i finocchi morti» e «Dio odia i froci».

« È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo. » (Diario di Anna Frank)

In Italia anno 2010, Regno della Chiesa e dei talk show in cui invitano l'onorevole Mussolini a parlare dei diritti delle coppie di fatto, i diritti sono conservati e cristalizzati secondo una tradizione secolare, la stessa che ha ucciso i diritti di Giovanna d'Arco, Giordano Bruno, Galileo Galilei, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e di migliaia di altre persone, le cui sofferenze rimangono inascoltate. Per sempre ricorderò la definizione di vita di Piergiorgio Welby:

"Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà";
La vita del 22 enne Matt Shepard vittima dell'intollerenza, continua nella Fondazione  fondata dai genitori di Matthew, Judy e Dennis, attivi sostenitori dei diritti gay ed educatori alla tolleranza.

domenica 24 gennaio 2010

Da Salerno a Pisa, 600 km percorsi da un cane di nome Rochy per ritrovare il proprio padrone: l'amore vince sempre

Quando ero piccolo, ricordo come ci rimasi divorando l'Odissea, nell'apprendere che il vecchio cane Argo morì di infarto per l'emozione di rivedere, dopo tanti anni, il suo padrone Ulisse. Un po' di giorni fa' ho visto al cinema un film bellissimo (portatevi 2 pacchetti di fazzoletti...): Hachiko – Il tuo migliore amico , incentrato sull’amicizia e sulla fedeltà che legano l’uomo e il suo migliore amico e ispirato ad un cane Hachikō realmente esistito in Giappone.
La statua di Hachikō a Shibuya

Hachikō (10 novembre 1923 – 8 marzo 1935) fu un cane di razza Akita. Dopo la morte del suo padrone, Hidesaburō Ueno, si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, invano, alla stazione, in cui l'uomo prendeva il treno. La vicenda ebbe un enorme riscontro nell'opinione pubblica dell'epoca e ben presto Hachikō divenne, in Giappone, un emblema di affetto e lealtà. Nel 1934, al fedele animale fu dedicata una statua e, negli anni, la sua storia divenne il soggetto di film e di alcuni libri.

Ieri invece vengo a sapere da articoli di giornale di una storia incredibile: un pastore tedesco ha percorso oltre 600 chilometri a quattro zampe per tornare dal suo padrone, da Salerno a Pisa. E’ arrivato arruffato, stanco e con i polpastrelli laceri e sanguinanti.
Rochy con il suo padrone Ibrahim Fwal felicemente insieme.

E’ la storia di Rocky, 5 anni, un pastore tedesco preso quando era cucciolo, al canile, da Ibrahim Fwal, un siriano che vive da tempo a Carrara e che lo aveva fatto tatuare. Proprio quel simbolo indelebile che ha permesso ai due «amici» di ritrovarsi dopo 3 interminabili anni, dopo mille vicissitudini visto che il cane che era stato presumibilmente rubato, continuava a scappare dai nuovi padroni che gli si proponevano ricercando il suo primo ed unico amore.

Rochy
In questa storia d'amore, purtroppo l'unico servizio disponibile è quello di Studio Aperto, che nel suo stile patetico soap opera, non poteva certo perdersi una occasione così ghiotta. Lo propongo, perchè contiene le immagini del magnifico cane e del suo padrone:


Qui di seguito delle mie foto con un pastore tedesco, a cui sono stato e sarò per sempre affezionato, perchè come dico sempre, il vero amore non muore mai. Ho già parlato in un precedente post, della bellissima esperienza sul finire di questa estate dove mi sono imbattuto in 8 cuccioli da salvare...






lunedì 4 gennaio 2010

Energia dalla tomba di Omero



A nord dell'isola di Ios è possibile visitare la tomba di Omero dove il poeta è stato seppellito dopo la sua morte causata da una malattia che lo ha colpito nel suo viaggio verso Atene

Donare un sorriso a chi ha perso ogni speranza: questo è l'obiettivo della vita

martedì 8 dicembre 2009

Discorsi sugli imprenditori italiani: la ricchezza di certe persone supera la loro capacità di contare


Discorsi sugli impreditori italiani da Ios (Estate 2009)

Sì, parlo di te, povero Pinocchio, di te che sei così dolce di sale, da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi, come si seminano i fagioli e le zucche. Anch’io l’ho creduto una volta, e oggi ne porto le pene. Oggi (ma troppo tardi!) mi son dovuto persuadere che per mettere insieme onestamente pochi soldi, bisogna saperseli guadagnare o col lavoro delle proprie mani o coll’ingegno della propria testa. (Carlo Collodi - Le avventure di Pinocchio - Storia di un burattino Capitolo 19)

Nell'ultima deposizione al processo per il crac Parmalat l'ex patron Calisto Tanzi aveva negato di avere sottratto soldi all'azienda e di avere un tesoro nascosto. La guardia di finanza ha scoperto invece il 05/12/2009 dei preziosi Van Gogh, Picasso, Modigliani, Cezanne, Ligabue, De Nittis, e un Monet che gli apparterrebbero .

giovedì 3 dicembre 2009

Figlio mio, lascia questo Paese


Lettera aperta al figlio di Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre
30 Novembre 2009

L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.

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