Una ricostruzione 3D della città fortificata di Minas Tirith, (che significa torre di guardia). La fortezza immaginaria è stata edificata su sette diversi livelli, somiglianti a sporgenza scolpite nella collina, circondate ognuna da bianche mura e chiuse da sette cancelli non allineati tra di loro. Nella settima cerchia, in cima alla città, si trovano l'Alta Corte, la piazza della fontana (dove si trova l'albero bianco) di Gondor e la Torre Bianca, costruita dai Re e rinnovata da Ecthelion I(da cui prende il soprannome di Torre di Ecthelion), alta circa 90 metri.
Mi sono appena imbattuto in un dipinto di Masolino da Panicale, Paesaggio fantastico, del 1435 e mi sono chiesto con un po' di fantasia (troppa? beh sicuramente meno di Tolkien) se J.R.R. Tolkien nel Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings) non si sia ispirato, tra le altre cose, proprio a questo dipinto. Tolkien nel 1925 venne nominato professore di filologia anglosassone al Pembroke College di Oxford e nel 1945 gli venne affidata la cattedra di lingua inglese e letteratura medioevale del Merton College, dove insegnò fino al suo ritiro dall'attività didattica avvenuto nel 1959; poteva quindi nel corso dei propri studi aver visto il dipinto di Masolino da Panicale, ed essersi ispirato anche ad esso nell'ideare le magiche e portentose fortezze (Minas Tirith) ed i passi innacessibili (Fosso di Helm) nel suo capolavoro Il Signore degli Anelli.
Masolino da Panicale, Paesaggio fantastico, 1435, affresco Castiglione Olona (Varese), palazzo Branda Castiglioni
Così Tolkien descrive la fortezza di Minas Tirith:
"Pareva molto remota, e splendida: con le bianche mura, le innumerevoli torri, troneggiava in cima alla montagna, bella e superba; le cinte scintillavano d'acciaio, sui torrioni splendevano mille bandiere [...] Minas Tirith infatti era stata edificata su sette diversi livelli, come delle sporgenze scolpite nella collina, circondate ciascuna da mura e chiuse da sette cancelli. Ma i cancelli non erano allineati: il Gran Cancello delle Mura Maggiori era situato nel punto più orientale del circuito, mentre il seguente era leggermente rivolto verso sud ed il successivo verso nord, e così via sino in cima; la strada selciata che conduceva su alla Cittadella serpeggiava in tal modo da un lato all'altro della collina. In linea con il Gran Cancello vi era invece una grossa sporgenza rocciosa la cui mole mastodontica divideva a metà tutte le cerchie della città eccetto la prima: una galleria a volta permetteva alla strada di attraversare questo bastione di pietra, dovuto in parte al travaglio dei secoli e in parte alle opere e al possente lavoro degli antichi abitanti: esso s'innalzava dall'estremità dello spiazzo antistante il Gran Cancello, tagliente e affilato come la chiglia di una nave rivolta verso oriente. Si ergeva imponente fino al livello della cerchia più alta, sormontato da un bastione che permetteva a coloro che si trovavano nella Cittadella di scrutare dalla cima impervia, come marinai dall'alto di una nave di roccia, il Gran Cancello situato settecento piedi più in basso. L'ingresso della Cittadella era anch'esso rivolto verso oriente, ma scavato nel cuore della roccia; di lì, un lungo pendio illuminato da lanterne conduceva al settimo cancello. In tal modo gli Uomini di Minas Tirith raggiungevano l'Alta Corte e la Piazza della Fontana ai piedi della Torre Bianca: alta e proporzionata, misurava cinquanta tese dalla base sino al pinnacolo, in cima al quale sventolava l'insegna dei Sovrintendenti, mille piedi al di sopra della pianura. Era davvero una fortezza possente, e non certo facilmente espugnabile da un esercito nemico se qualcuno dei suoi abitanti sapeva maneggiare le armi; l'unica speranza per gli avversari era di sorprenderli alle spalle, inerpicandosi sui pendii inferiori del Mindolluin, per raggiungere la stretta sporgenza che univa il Colle di Guardia alla montagna stessa. Ma quella sporgenza, che si ergeva sino al livello della quinta cinta di mura, era fiancheggiata da imponenti bastioni fino alla sua estremità occidentale che dominava uno strapiombo; in quel luogo si trovavano le abitazioni e le tombe di sovrani e di signori del passato, per sempre muti fra il monte e la torre."