Il presidente statunitense Barack Obama sembra deludere le aspettative di chi auspicava un concreto cambio di rotta degli Stati Uniti d'America, in quella deriva che sono stati gli ultimi decenni; è stato educatamente contestato a San Francisco da un gruppo di sostenitori di Bradley Manning, il soldato dell'esercito americano che si trova in carcere e rischia di restarci per il resto della sua vita per aver scelto di denunciare alla società civile le atrocità della guerrà in Iraq. I pacifisti si fanno sempre più coraggiosi in tutto il mondo. Madre Terra è con loro.
The Ballad of Nick & Bart (Here's to you) di Ennio Morricone, cantata da Joan Baez. Il testo riprende le parole finali di un discorso di Bartolomeo Vanzetti: Here's to you Nicola and Bart, Rest forever here in our hearts, The last and final moment is yours, That agony is your triumph!
Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono due operai anarchici italiani per errore arrestati, per errore processati, per errore giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti. L'uno faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, l'altro il pescivendolo. Vanzetti durante il processo disse: "Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America [...] quella era la Terra promessa eppure le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me". La stessa cosa che direbbero gli immigrati giunti in questi giorni sulle nostre spiagge. Erano operai in grado di scioperare, tenere discorsi e leggevano; per questo si guadagnarono la diffidenza e divennero gli imputati ideali da eliminare socialmente per la loro linea di condotta contro il governo. Il giudice che li condannò ingiustamente alla pena di morte li definì "due bastardi anarchici". In risposta allo stesso giudice, Vanzetti esclamò: «Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nessuna di queste ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un radicale, e davvero io sono un radicale; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano.»
Durante Sanremo 2011 Emma e Modà hanno cantato la versione di Gianni Morandi di "Here's to you".
La canzone “Ho visto un film” di Gianni Morandi scritta sulle note di "Here's to you"
Bradley Manning, 23 anni, ritratto in questa foto mentre chiede "equality" (parità) durante una manifestazione per i diritti degli omosessuali. Rischia la pena di morte e quasi sicuramente il carcere a vita, per aver rilasciato all'organizzazione WikiLeaks migliaia di documenti top secret, in cui si denunciavano gli orrori della guerra, mentre svolgeva il suo incarico di analista informatico in Iraq, nei ranghi della U.S Army. È detenuto, dal luglio 2010, in isolamento nel carcere militare di Quantico, in Virginia, in condizioni che il suo avvocato Glenn Greenwald, ha denunciato essere inumane, che gli standard di altri paesi costituiscono tortura. In particolare, Bradley è detenuto in isolamento e costretto a dormire senza vestiti, in mutande, anche se gli è permesso di tenere una coperta; gli vengono confiscati gli occhiali da vista, non permettendogli così di vedere, e gli è stato imposto di portare un 'grembiule antisuicidio'.
In tutto il mondo la società è composta in gran parte da lavoratori "eterodiretti", che significa in soldoni "comandati da altri". L'eterodirezione si sostanzia ad esempio nell'ordinamento giuridico italiano nell'art. 2094 del codice civile, in cui si sottolinea il fatto che il prestatore di lavoro subordinato è appunto, testuali parole, "sotto la direzione dell'imprenditore". Ora, provate a traslare il concetto, applicandolo alla subordinazione a cui è sottoposto un qualsiasi militare. Il concetto si radicalizza, ne conveniamo tutti, per arrivare alla cieca obbedienza. Ben arrivati al classico marine, una macchina da guerra, una specie di robot nelle mani del ministero della difesa statunitense. Ora, per le gerarchie militari dell' U.S Army, l'incubo peggiore, il MALE ASSOLUTO, è avere tra le proprie file, annidato come cellula dormiente proprio un ragazzo omosessuale come Bradley Manning, che per contrasto con gli "eterodiretti" potremmo definire "gaydiretto"; costui, pensa. Si è ritagliato un angolo tutto suo in quel cervello tormentato da ordini anche illogici. Riflette, è pericoloso nella misura in cui può compromettere un equilibrio, non importa se imbevuto d'ipocrisia.
Bradley Manning
Ritiene di avere una coscienza a cui dover rendere conto. Sogna un mondo migliore, meno ipocrita. Bradley Manning è un analista informatico ed ha accesso al Secret Internet Protocol Router Network. Davanti ai suoi occhi, sulla sua workstation, scorrono velocemente migliaia di singole immagini ed informazioni che insieme possono formare un puzzle, una cruda verità, che provoca angoscia. Bradley Manning è tormentato. Stavolta, un video gli trapana l'animo. Si tratta di un video conosciuto nella rete con il nome di "Collateral Murder"(morti collaterali), in cui due elicotteri americani AH-64 Apache scambiano la macchina fotografica ed il cavalletto di due reporters della Reuters, il ventiduenne Namir Noor-Eldeen ed il suo assistente Saeed Chmagh, per un RPG (un lanciarazzi) e dei fucili mitragliatori Ak47; Namir Noor-Eldeen era il primo ad arrivare come sempre sul teatro degli scontri per documentare questa triste guerra.
Bradley Manning
Gli avevano già sparato ad una gamba, gli avevano rotto il naso, era stato incarcerato; ma lui era sempre il primo ad arrivare nel teatro degli scontri, con l'arma più potente che ci sia: una macchina fotografica. Gli elicotteri Apache, mitragliano i reporters, compiono una stragein cui moriranno in una terribile sequenza 12 civili innocenti, compreso un padre che con i suoi bambini tentava con il proprio furgoncino di portare i reporters e altri feriti in ospedale. Bradley Manning vede il video classificato top secret e di fronte all'assassinio di un suo coetaneo e di altri civili, crolla e non riesce ad andare oltre. Ed è l'inizio dei suoi guai. Il motivo per cui sto scrivendo. Guardate attentamente il video "Collateral murder".
Questo èil video "Collateral murder" visto da Bradley Manning.Ascoltate al minuto 05:19 il mitragliere dell'Apache che sghignazza "ha,ha ha, li ho colpiti"; al minuto 05:28 "sto cercando nuovi obiettivi" come se stesse giocando ad un videogame, in cui la vita non vale assolutamente niente, anzi uccidere garantisce maggior punteggio; al minuto 06:29 il mitragliere esclama soddisfatto "guarda quei morti bastardi" e l'elicotterista gli risponde "Bello, bel colpo"; al minuto 09:39, Saeed Chmaghè ancora vivo e sta per essere caricato su un furgoncino giunto in soccorso che ospita anche dei bambini. L'elicotterista sbuffa un "Come on, let us shoot!", lamentandosi di questi continue richieste di autorizzazione per poter aprire il fuoco. Poi apre il fuoco e si consuma la strage di innocenti. Al minuto 12:54 festeggiano con un "Yeah" quando un blindato passo sopra il corpo di uno dei civili colpiti. A proposito dei bambini sul furgoncino, al minuto 15:29, i soldati americani, che ancora non realizzano di aver mitragliato degli innocenti esclamano in modo assurdo: "è un loro errore, portare i loro figli in battaglia".
Questo video doveva restare segreto. Qualcuno, l'accusa indica proprio Bradley Manning, ha avuto il coraggio di ribellarsi a questa e a tante altre atrocità e ha deciso che il mondo doveva sapere. "I want people to see the truth" disse Bradley Manning in seguito in una chat. Il video è stato quindi consegnato a WikiLeaks (dall'inglese "leak", "perdita", "fuga di notizie"), un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore (drop box) protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto (segreto di stato, segreto militare, segreto industriale, segreto bancario) e poi li carica sul proprio sito web. Ecco perchè il video è arrivato fino a noi. Bradley Manningviene arrestato, con l'accusa di aver divulgato il video e altre centinaia di migliaia di documenti riservati. In un'intervista al Guardian del dicembre 2010, Julian Assange, il portavoce di WikiLeaks che ha sempre affermato il fatto che "la prima vittima della guerra sia la verità", lo ha definitoun eroe. Nell'ottobre 2010, WikiLeaks ha potuto diffondere più di 300.000 documenti riservati dell'esercito statunitense che rivelano gravi inadempienze delle autorità statunitensi nel perseguire abusi, torture e violenze perpetrate durante la guerra in Iraq. La divulgazione dei documenti ha rivelato inoltre la morte di decine e decine di migliaia di civili (Fonte La Repubblica 23 ottobre 2010). Se si pensa alla morte di Nicola Calipari, tutto questo non desta stupore.
A sinistra il soldato Bradley Manning che avrebbe violato il segreto militare per far conoscere al mondo l'orrore della guerra. A destra uno screenshot del filmato ""Collateral murder".
È sulla persona di Bradley Manning, analista della Decima Divisione di Montagna, che dobbiamo concentrarci; è su questo ragazzo dal viso rubizzo, che all'età di 13 anni vide i propri genitori divorziare e scoprì la propria omosessualità, che dobbiamo riflettere.A scuola, preso di mira per il suo essere un po' effemminato, aveva il coraggio di dissentire dai propri insegnanti. Un vero ribelle, costretto per un periodo a vivere anche in una macchina poichè il padre non accettava la sua omosessualità. Ebbe una relazione con Tyler Watkins, un hacker che lo convinse che l'informazione debba essere libera (testuali parole: "information should be free").
Bradley Manning, con il suo compagno Tyler Watkins.
Ingabbiato nel nonsense e nella frustrazione personale di chi vede infranti continuamente i propri ideali, in quella condizione di sospensione esistenziale in cui si trovano molti soldati sul teatro di guerra, ha rotto genialmente il ciclo dell'ipocrisia, che ha come unico risultato quello di negare alla società civile la verità. Ricordate le discordanti versioni sulle modalità, sollevate dal ministro La Russa, che hanno portato alla morte il giovane alpino italiano Matteo Miotti? Imbarazzante. Il nodo cruciale è proprio questo: la possibilità da parte della società civile tutta, la vostra possibilità ammesso che vi interessi, di accedere alla verità. Sono parole di Bradley Manning: i want people to see the truth… regardless of who they are ... because without information, you cannot make informed decisions as a public.Bradley Manning non può e non deve essere l'anomalia. Non possiamo costruire una società nella quale, individui come lui vengono incarcerati e considerati un pericolo pubblico, al punto che debbano essere vegliati giorno e notte dalle guardie carcerarie. Di fronte a tutto ciò che intacca la purezza della nostra coscienza, il nostro senso civico, la nostra onestà, il nostro pudore, abbiamo il diritto naturale ed aggiungo il dovere di ribellarci.Abbiate il coraggio di dare un senso alla vostra vita, ribellatevi. Come scrissi in un post, tempo addietro, le regole ingiuste vanno infrante.
A sinistra Julian Assange ed a destra Bradley Manning.
I ministri Frattini e La Russa hanno pubblicamente condannato Julian Assange, deplorandone l'operato. A loro volta non hanno mai speso una parola per affermare il principio sacrosanto che la società civile abbia il diritto di conoscere la verità, qualunque essa sia. Non hanno mai detto niente sulle atrocità della guerra. Ad esempio gli U.S.A hanno invaso l'Iraq adducendo la presenza di armi di distruzione di massa, che poi non sono mai stato rinvenute. Non si può continuare a prendere in giro la società civile, insabbiando una verità dietro l'altra. Il mondo sta cambiando ed ha fame di verità. I popoli del nordafrica, non adulano più i faraoni. I giovani in tutto il mondo utilizzando la tecnologia, prendono a morsi la verità e si fanno beffa dei potentati. Riflettete; questa storia non ve l'ha raccontata doverosamente il Tg1, ma l'avete letta per caso su internet. Il sistema ufficiale non passa questo tipo di notizie, è impegnato nel tentativo mistificatorio di far passare come normale, il bacio dell'anello a Gheddafi da parte di Berlusconi. Il governo italiano non muoverà un dito per le sorti di Bradley Manning, è impegnato piuttosto nel sottolineare, per compiacere le gerarchie ecclesiastiche irritate dagli scandali del Premier che possono deturpare "lo stato di ipocrisia", come mai sotto il berlusconismo i gay potranno sposarsi o adottare dei figli. Il governo ha cavalcato la doverosa campagna per Sakineh, una donna iraniana che rischia la lapidazione, solamente perchè tale campagna era strumentale a difendere il principio dell'esportazione della democrazia attraverso la guerra. L'attuale governo, non spenderà una parola per un giovane omosessuale, che ha sacrificato la sua vita per consegnare alla società civile una scomoda verità. Devi farlo tu.
Bradley Manning ha perso la sua libertà e rischia la vita affinché anche tu possa accedere alla verità. Non sprecarla. Lotta.
Nel libro Il Vagabondo delle Stelle, Jack London, veleggiando nel cosmo della vita, narra degli eventi storici realmente accaduti, tra questi la storia di Daniel Foss, che fu l'unica persona a salvarsi del brigantino The Negociator di Alessandria, affondato nell' Oceano Pacifico il 26 Novembre 1811 e che visse tra indicibili sofferenze per cinque anni su un isolotto di scogli di pochi metri quadri, cibandosi della carne cruda delle foche e bevendo acqua piovana, prima di essere avvistato da una nave di passaggio, la U.S.S. Neptune.
Ho eletto da molto tempo Jack London quale mio scrittore preferito. Gli devo la lettura di Zanna Bianca e Il richiamo della foresta, letti durante la mia infanzia. Scusate se è poco. Ora sono all'ultimo romanzo dello scrittore, Il Vagabondo delle stelle (titolo originale The Star Rover). Si dice che Jack London durante la sua vita assumesse delle droghe ed un passaggio profetico del libro così recita "Sono certo che fanno così pure quelli che scrivono romanzi. Si drogano e la loro fantasia va a mille giri". Jack London nel libro si scaglia contro la brutalità della vita carceraria, contro il codice penale della California e quindi contro la pena di morte ed in particolare l'impiccagione e lo fa a suo dire nel 1913. Jack London conobbe il carcere solo per pochi giorni e scrisse questo romano d'evasione in cui c'è proprio tutto: crudo realismo, denuncia sociale e l'avventura. Sono sue parole queste parole scritte nere su bianco nel libro: "non mi sono mai imbattuto in una crudeltà più terribile del sistema carcerario di oggi". Ed ancora: "No, non ho alcun rispetto per la pena di morte. Si tratta di un'azione sporca, che non degrada soli i cani da forca pagati per compierla ma anche la comunità sociale che la tollera, la sostiene con il voto e paga tasse specifiche per farla mettere in atto. La pena di morte è un atto stupido, idiota, orribilmente privo di scientificità". Ascoltate la sua perorazione contro la pena di morte per impiccagione: "Se il collo della vittima si spezza in virtù del perfetto funzionamento del nodo scorsoio e della botola, nonché in virtù del calcolo perfetto della lunghezza della corda in rapporto al peso della vittima, perchè mai si legano le braccia del condannato?" Insomma lo scrittore, si chiede come mai al condannato vengano legate le braccia, visto che i fautori dell'impiccagione sostengono che il reo muoia istantaneamente. Per evitare che il condannato allenti il nodo nel disperato tentativo di respirare. La perorazione continua: "C'è un'altra domanda che voglio porre ai pacifici e rispettabili membri della società, la cui anima non ha mai sfiorato le fiamme dell'inferno: perchè, prima di aprirgli la botola sotto ai piedi, al condannato si cala un cappuccio nero sulla testa?" Per evitare che si scorga l'orrore sui volti delle vittime che non muoiono immediatamente. "Non sarà, cari i miei rispettabili concittadini, che questi cani da forca, questi vostri cani da forca hanno paura di vedere sui volti delle vittime i segni terribili di quell'orrore di cui si macchiano al vostro posto, su mandato nostro e vostro?" Queste domande Jack London dice di farle proprio a coloro che dicono di essere seguaci di Cristo.
Non ho versato lacrime quando il 30 dicembre 2006 Saddam Hussein è stato impiccato per crimini contro l'umanità, ma ho colto una illogicità manifesta nel condannarlo a morte per crimini contro l'umanità, giustiziandolo con l' impiccagione. La pena di morte non è una pena. Si contesta l'omicidio per commetterne un altro, egualmente arbitrario.
La tortuna della cella d'isolamento, la fame, la sete, le percosse da parte di secondini perfidi e vendicativi disegnano perfettamente quella condizione, che per certi versi persiste nel nostro attuale sistema carcerario sotto la veste dell'sovraffollamento carcerario. In otto in una stanza da due. Anche nelle carceri si costruisce in altezza, nell'epoca dei letti a castello. Una condizione a cui non ha potuto sopravvivere una foglia debolissima e già priva di linfa vitale, Stefano Cucchi.
Una immagine può essere scioccante, ma non può esserlo più della verità nuda e cruda. Queste sono le foto scattate al cadavere di Stefano Cucchi, tossicodipendente con altre patologie finito nel sistema carcerario con l'accusa di spaccio. Il volto tumefatto, un occhio rientrato, la mascella fratturata. Pubblicare queste foto come quelle di Federico Aldovrandi è l'unico modo per gridare la verità, di fronte alle mistificazioni di vergognosi politici, uno per tutti nella vicenda Carlo Giovanardi, che disse che Stefano Cucchi era morto perchè "anoressico, drogato e sieropositivo". L'ipocrita grida scandalizzato alla pubblicazione di queste foto, non alle parole di questo pseudo onorevole Giovanardi. Quella di Stefano è innanzitutto una storia di diritti negati che si è consumata in appena una settimana. Se la droga è già una condanna, trova la propria apoteosi nell'attuale sistema carcerario.
Secondo i magistrati della procura di Roma, la morte di Stefano Cucchi sarebbe conseguente all' «abbandono di persona incapace»: questo profilerebbe una accusa nei confronti dei medici e infermieri del Pertini, più grave dell'omicidio colposo, sanzionabile fino ad 8 anni di reclusione mentre il colposo è cinque anni. Nel capo di imputazione i pm scrivono che i medici e gli infermieri in servizio dal 18 ottobre al 22 ottobre dello scorso anno «abbandonavano Stefano Cucchi del quale dovevano avere cura» in quanto «incapace di provvedere a se stesso». In particolare il giovane «era affetto da politraumatismo acuto, con bradicardia grave e marcata, alterazione dei parametri epatici» e «segni di insufficienza renale». Una situazione, secondo i magistrati, che lo poneva «in uno stato di pericolo di vita» e che quindi «esigeva il pieno attivarsi dei sanitari» che invece «omettevano di adottare i più elementari presidi terapeutici e di assistenza che nel caso di specie apparivano doverosi e tecnicamente di semplice esecuzione e adottabilità e non comportavano particolari difficoltà di attuazione essendo peraltro certamente idonei a evitare il decesso del paziente» (Fonte Corriere)
La schiena di Stefano Cucchi fratturata all’altezza del coccige.
Torno ad occuparmi strettamente del libro, anche se è proprio leggendolo che ho pensato al caso di Stefano Cucchi. Jack London è un genio nel cercare di trasmettere con rabbia a quelli che chiama "suoi concittadini, immersi negli agi" la sordità del sistema carcerario, una insensibilità e indifferenza, dove non entra l'amore vero di Gesù. La tortura crea il vagabondo tra le stelle. In particolare nel libro la sofferenza la induce l'utilizzo della camicia di forza sui detenuti. La sofferenza spinge il vagabondo a camminare tra le stelle in cerca delle formule del cosmo, degli arcani segreti dell'universo, il sapere infinito. La tortura del regime carcerario spinge all'orgia dell'immaginazione, simile a quella che gli uomini sperimentano nei sogni indotti da una droga, o nel delirio, o in uno stato di pura e semplice sonnolenza. Ora vi cito il passo più bello del libro "È la vita a costituire l'unica realtà e il vero mistero. La vita è molto di più che semplice materia chimica, che nelle sue fluttuazioni assume quelle forme elevate che ci sono note. La vita persiste, passando come un filo di fuoco attraverso tutte le forme prese dalla materia. Lo so. Io sono la vita. Sono passato per diecimila generazioni, ho vissuto per milioni di anni, ho posseduto numerosi corpi. Io, che ho posseduto tali corpi, esisto ancora, sono la vita, sono la favilla mai spenta che tuttora divampa, colmando di meraviglia la faccia del tempo, sempre padrone della mia volontà, sempre sfogando le mie passioni su quei rozzi grumi di materia che chiamiamo corpi e che io ho fuggevolmente ho abitato. [...] La materia è la grande illusione. La materia, cioè, si manifesta nella forma e la forma è un fantasma. [...] Lo spirito è l'unica realtà destinata a durare. Io sono spirito, e sono io che duro." Ed ancora: "La mente...solo la mente sopravvive. La materia fluisce, si solidifica, fluisce di nuovo, le forme che essa assume sono sempre nuove. Poi di disintegrano in quel nulla eterno donde non vi è ritorno.[...] lo spirito è indistruttibile."
Un video dove ho recitato il passo appena proposto di Jack London.
Il Vagabondo delle stelle è ambientato per la maggior parte della propria narrazione nel penitenziario di stato di San Quintino, a Point Quentin in California, a nord della città di San Francisco.
Scrive Jack London: "Pativamo sofferenze atroci. Le nostre guardie, che è come dire i vostri cani da guardia, cari i miei concittadini, erano degli autentici bruti. L'ambiente in cui vivevamo faceva ribrezzo, il cibo era sporco, monotono, poco nutriente. Solo degli essere umani potevano sopravvivere, per mera forza di volontà, ad una dieta così sbilanciata." La critica dello scrittore al sistema carcerario è spesso ironica e pungente "Le celle di isolamente non sono riscaldate: sarebbe davvero immorale proteggere i detenuti dall'inclemenza degli elementi."
Nel libro la singola vita di una persona viene collocata all'interno di un processo più ampio e metafisico dell'intera umanità: "Come avviene per qualsiasi essere vivente, anch'io sono il risultato di un processo di crescita. Non ho avuto inizio quando sono nato o, addirittura, nel momento in cui sono stato concepito. La mia crescita ed il mio sviluppo sono l'esito di un numero incalcolabile di millenni. Tutte le esperienze fatte nel corso di queste e di infinite altre esistenze hanno per gradi dato forma a quell'insieme - possiamo chiamarlo anima o spirito - che è il mio io. Non capite? Io sono tutte queste vite.La materia non ricorda, lo spirito sì. Ed il mio spirito altro non è che la memoria delle mie infinite incarnazioni." Per Jack London "ognuno di noi, ogni essere umano che oggi abiti il pianeta, reca effettivamente dentro di sé la storia immarcescibile della vita fin dal momento in cui essa ebbe inizio. È una storia scritta nei tessuti e nelle ossa, in funzioni e organi, nelle cellule cerebrali e nello spirito, in tutta una serie di bisogni ed impulsi atavici che attengono tanto al mondo fisico che a quello psichico."
Jack London, 1902 circa.
Lo scrittore ammonisce il lettore nel non dimenticare ciò che è stato: "Sono io quell'uomo, ne sono il risultato, ne sono il compendio, sono il bipede implume che venne su dal fango, creando l'amore e la legge dall'anarchia di quella feconda esistenza che nella giungla lanciava le sue grida e le sue urla. Sono io tutto ciò che quell'uomo era e quanto divenne in seguito. Mi vedo mentre passo con dolore da una generazione all'altra, cacciando e uccidendo pesci e selvaggina, creando campi là dove c'era la foresta, mi vedo mentre fabbrico rozzi utensili di pietra e di osso, costruisco case di legno, copro i tetti con foglie e paglia, trasformo erbe e radici selvatiche nei precursori del riso, del miglio, del grano, dell'orzo e di altri cibi squisiti, imparo ad arare il suolo, a seminare, a fare il raccolto, a immagazzinare, a utilizzare le fibre delle piante e a trasformarle in fili per tesserne indumenti, sì, mi vedo mentre metto a punto sistemi di irrigazione, o lavoro i metalli, apro vie al commercio e mercati, costruisco imbarcazioni, individuo rotte di navigazione, mi vedo mentre organizzo la vita di un villaggio, poi unisco un villaggio all'altro fino a formare singole tribù, poi unisco una tribù all'altra fino a farle divenire nazioni, sempre teso alla ricerca delle leggi che governano le cose e dando agli essere umani leggi che consentono loro di vivere insieme e in amicizia e così uniti configgere e distruggere tutte le creature viscide, urlanti e striscianti che potrebbero distruggerli."
Jack London elegge inoltre l'amore quale esperienza più sublime della vita: "Ciò nonostante, se rifletto su tutto questo con animo sereno, giungo alla conclusione che la cosa più importante di tutta la vita, di tutte le vite, per me e per tutti gli uomini, fino a quando le stelle si sposteranno nel firmamento e non si arresterà il continuo mutamento dei cieli, è stata, è e sarà la donna, più importante di ogni nostra fatica o impresa, più grande d'ogni parto della fantasia e dell'invenzione, più grande di qualsiasi battaglia, di qualsiasi osservazione delle stelle, più grande di qualsiasi mistero..la cosa più grande di tutte è stata la donna. [...] Stretto tra le sue braccia ho dimenticato le stelle. [...] E posso affermare, in conclusione, che non ho mai conosciuto follia più dolce e intensa di perdermi nella bellezza e nel profumato oblio dei suoi capelli. [...] Le stelle possono mutare il loro corso, i cieli possono trarci in inganno, ma la Donna resta per sempre, splendente di luce, eterna, come me, al di là di ogni maschera e di ogni avventura, l'uomo unico, il suo compagno."
Il cottage dove Jack London risiedeva e scrisse tra il 1905 e l'anno della sua morte il 1916. Si trova tuttora in California, nella valle di Sonoma che lo scrittore scelse per i suoi paesaggi incantati. La proprietà di Jack London e della sua fedele compagna Charmian, chiamata anche Beauty Ranch, era articolata in diverse casette inserite in un contesto amenico ed un laghetto; ora la proprietà è un parco protetto su esplicita volontà della moglie Charmian che volle che venisse preservata in memoria di Jack London e dei suoi lavori: il "Jack London State Historic". Il sito web ufficiale del parco è il seguente http://www.parks.ca.gov/?page_id=478 ; “All I wanted,” disse Jack London, “was a quiet place in the country to write and loaf in and get out of Nature that something which we all need, only the most of us don’t know it.” Tra le casette richiamate, si erigono anche le affascinanti e misteriose rovine di quello che fu la casa sogno di Jack London e della moglie Charmian (London's dream house), purtroppo distruttasi in un incendio nel 1913: WOLF HOUSE
Le rovine della Casa del Lupo di Jack London immersa negli eucalipti. La sua casa sogno. Jack London scrive nel Vagabondo delle stelle: "Ho davanti agli occhi la fattoria dei miei sogni, alla quale vorrei tanto potermi dedicare per una intera esistenza. La mia fattoria! I prati di erba medica, il florido bestiame Jersey, gli alti pascoli, e ancora più su le capre d'angora che brucano i cespugli, dissodando il terreno!"
Il vagabondo delle stelle termina con queste parole "la morte non esiste, la vita è spirito, e lo spirito non può morire. [...] Solo lo spirito, nella sua ascesa verso la luce, resiste e continua a screscere su se stesso in virtù di successive e infinite incarnazioni. Che cosa sarò quando tornerò a vivere? Chissà. Chissà..."
Questo è un libro da leggere. Questo libro non ha eguali nella letteratura. Potrei giurare che sia il libro più bello che abbia mai letto, ma farei un torto ad altre intense emozioni; c'è una cosa che voglio dire prima di chiudere questo post; mi sono ritrovato nel libro quando Jack London racconta di come si sperimentano i sogni "Si, il fascino di questi sogni stava proprio nel loro essere in successione ordinata. [...] Una vera delizia, quando puoi fare tutto così, come la frustrazione di non ricordare da svegli i particolari minuti." Anche a me tanti anni fa', durante l'infanzia, capitava di fare un sogno ricorrente in cui delle forme geometriche si incastravano perfettamente in un mondo parallelo, che badate bene non era il tetris. Sperimentavo un viaggio piacevole in un mondo ordinato, di cui al risveglio ricordavo solo la beatitudine di così tanta perfezione. Probabilmente durante la notte la nostra materia grigia mette ordine all'entropia del giorno. O chissà...chissà.
Crocifissione è un dipinto di Andrea Mantegna, datato 1457-1459 e conservato nel Musée du Louvre di Parigi. Il dipinto a mio parere può rappresentare il concetto schizzofrenico della pena di morte nella Storia.
C'era una volta un eremita che viveva in un bosco ai piedi di un monte e trascorreva il suo tempo in preghiera e opere pie; e ogni sera portava ancora due secchi d'acqua su per il monte, per amor di Dio. Quell'acqua dissetava molti animali e ristorava molte piante, perché‚ sulle cime soffia sempre un vento forte che prosciuga l'aria e la terra; e gli uccelli selvatici, che temono gli uomini, roteano su in alto nel cielo, cercando un po' d'acqua con l'occhio acuto. E poiché‚ l'eremita era tanto pio, un angelo del Signore, visibile al suo sguardo, lo accompagnava su per il monte, contava i suoi passi e gli portava da mangiare, quando egli aveva finito il suo lavoro; come quel profeta che per volere di Dio era nutrito dai corvi. Quando l'eremita, nella sua santità, era già arrivato a un'età venerabile, gli accadde un giorno di vedere da lontano un malfattore condotto alla forca. E disse fra sé: "Ha quel che si merita!". La sera, quando portò l'acqua sul monte, l'angelo, che solitamente lo accompagnava, non apparve, non gli portò da mangiare. Allora egli si spaventò, interrogò il suo cuore, pensando a quale colpa potesse avere commesso, dato che Dio era in collera; ma non lo sapeva. Non mangiò né‚ bevve, si gettò a terra e pregò giorno e notte. E una volta che piangeva amaramente nel bosco, udì il canto soave di un uccellino; allora si afflisse ancora di più ed esclamò: "Come canti felice! Il Signore non è in collera con te. Ah, se tu potessi dirmi come l'ho offeso, perché‚ ne faccia ammenda, e il mio cuore si rassereni!". Allora l'uccellino si mise a parlare e disse: "Hai avuto torto nel condannare un povero peccatore condotto alla forca; per questo Iddio è in collera con te. A lui solo spetta il giudizio. Ma se vuoi fare ammenda e pentirti del tuo peccato, egli ti perdonerà". Ed ecco gli apparve l'angelo con in mano un ramo secco e gli disse: "Devi portare questo ramo secco fino a quando ne spunteranno tre verdi ramoscelli; e di notte, quando vuoi dormire, lo metterai sotto il tuo capo. Mendicherai il tuo pane di porta in porta e non passerai due notti sotto lo stesso tetto. Questa è la penitenza che ti impone il Signore. Allora l'eremita prese il pezzo di legno e tornò nel mondo, che non vedeva da tanto tempo. Non bevve e non mangiò nulla all'infuori di quello che gli davano di porta in porta. Ma molte preghiere non erano ascoltate e molte porte rimanevano chiuse, sicché‚ spesso per interi giorni egli non riceveva neanche una crosta di pane. Una volta era andato di porta in porta da mattino alla sera, nessuno gli aveva dato nulla, nessuno voleva accoglierlo per la notte; allora egli andò in un bosco e trovò finalmente un grotta da cui era stata ricavata una casa; e dentro c'era una vecchia. Egli disse: "Buona donna, ospitatemi in casa vostra per questa notte!". Ma ella rispose: "No, non posso, anche se lo volessi. Ho tre figli che sono cattivi e crudeli: se tornano dalla loro scorreria e vi trovano, ci ammazzano tutt'e due". L'eremita disse: "Lasciatemi restare! Non faranno nulla ne a voi ne a me". E siccome la donna era caritatevole, si lasciò convincere. Così l'eremita si coricò sotto la scala e mise il pezzo di legno sotto il suo capo. A quella vista, la vecchia gliene domandò la ragione ed egli le raccontò che lo portava sempre con sé‚ per penitenza e di notte lo usava come cuscino. Aveva offeso il Signore perché‚ vedendo un povero peccatore che andava al supplizio, aveva detto che se lo meritava. Allora la donna si mise a piangere e gridò: "Ah, se il Signore punisce solo per una parola, che sarà mai dei miei figli, quando compariranno a giudizio davanti a Lui?". A mezzanotte tornarono a casa i briganti con strepito e fracasso. Accesero un fuoco, e quando le fiamme illuminarono la grotta, ed essi videro un uomo coricato sotto la scala, andarono su tutte le furie e gridarono alla madre: "Chi è quell'uomo? Non ti abbiamo forse ordinato di non accogliere nessuno?". La madre disse: "Lasciatelo stare, è un povero peccatore che fa penitenza". I briganti domandarono che cosa avesse fatto, e gridarono: "Vecchio, raccontaci i tuoi peccati!". Il vecchio si alzò e narrò come, con un'unica parola, avesse tanto peccato che Dio si era adirato con lui, e ora egli doveva espiare questa colpa. I briganti furono così colpiti dal suo racconto, che ebbero orrore della loro vita passata, si ricredettero e, sinceramente pentiti, incominciarono a scontare la loro colpa. Dopo aver convertito i tre peccatori, l'eremita tornò a coricarsi sotto la scala. Ma al mattino lo trovarono morto; e dal legno secco, sul quale posava il capo,erano cresciuti tre ramoscelli verdi. Il Signore lo aveva di nuovo accolto nella sua grazia.
L'educazione alla vita, passa attraverso il racconto di fiabe, come quella riportata, in quel periodo delicato della nostra vita che si chiama infanzia.
Gli autori di questa fiaba sono due fratelli che inseparabili fin da bambini, vissero e studiarono e scrissero insieme per tutta la loro vita. Il maggiore dei fratelli Grimm, Jacob (1785-1863) era il più ostinato e severo; il secondo, Wilhelm (1786-1859) il più gaio e il più poeta. Ma le fiabe che i Grimm scrivevano erano quelle che le mamme e le nonne tedesche raccontano ai bambini, e che esse hanno imparato a loro volta dalle loro mamme e nonne.
La pena di morte non è una pena. Si contesta l'omicidio per commetterne un altro, egualmente arbitrario. Illogico. Ti uccido perchè tu hai ucciso.
L'esecuzione capitale è un atto intrisecamente delittuoso: l'ordinamento che lo prevede non rispetta la condizione della propria validità. Per fortuna l'articolo 27 della Costituzione italiana comma 4: "Non è ammessa la pena di morte". Nessuno tocchi Caino, insomma. A questo punto, posto che ignorantia legis non excusat, chiedono la pena di morte violando la Costituzione italiana, perchè sono più bestie della BESTIA?