Alberto Sciretti - Val Montanaia Aprile 2010 |
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010
Il Gazzettino del 7 Aprile 2010 implacabile fotografa "Tre vittime della montagna in sole 24 ore: è il drammatico bilancio delle escursioni e dei fuoripista di questi giorni sulle Dolomiti fra Belluno, Trento e Bolzano. A perdere la vita due scialpinisti quarantenni e un alpinista del quale non si conoscono ancora le generalità.".
Le ingiurie a chi mette a repentaglio la propria vita e quella dei soccoritori ribollono nei commenti negli articoli: "la mamma dei deficienti è sempre incinta: per una volta che i deficienti si eliminano da soli......selezione naturale" ed ancora "Pienamente d'accodo!!!!!! Non basta far pagare alle famiglie le spese dei soccorsi (se lo fanno !), bisogna qualche volta dire di no e lasciare questi ignoranti al loro destino! Perchè mettere a rischio la propria vita per poche lire per salvare degli incoscienti, Incuranti di tutte le raccomandazioni; morissero loro sarebbe niente, ma, provocando le valanghe, tolgono la vita e gente che osservando le regole si sta semplicemente divertendo !!!!!!!!!"; ancora "Sono d'accordo con chi dice che questi "pazzi" se vogliono possono morire da soli, purtroppo però quando si tratta di chiamere i soccorsi e poi lamentarsi che arrivano tardi nessuno si ricorda di questi sconsiderati e che è loro la colpa".
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010
Come si evince da questo video del 05/04/2010, girato nel canalone che porta al campanile di Val Montanaia faccio parte di quelle persone che in questi giorni si sono recate in montagna camminando più o meno irresponsabilmente su canaloni pieni di neve e osservando in modo distaccato pericolose valanghe primaverili. Visto che il popolo chiede a gran voce la testa di questi irresponsabili, me compreso, provo serenamente a fare timidamente qualche considerazione:
1) Sembrerà un paradosso, ma credo che le persone che muoiono in montagna, muoiano per entusiasmo verso la vita; forse potrebbero essere accusate di essere delle sorte di balenottere che si suicidano arenandosi, ma scavando in profondità nella valanga magari si scopre che le vere cause sono da imputarsi all'inquinamento. Personalmente amo la vita più che mai e non mi appartiene nessun gesto o pensiero che possa intaccare il mio naturale istinto di sopravvivenza. Tuttavia la voglia di evadere e di poter raggiungere delle quote dove non si senta l'alitosi della politica e della società italiana mi hanno spinto con i miei amici lì dove non sarei dovuto andare (dopo mesi e mesi di campagna elettorale dove il faccione di Renato Brunetta compariva per tutta la città, vuoi non aver bisogno di un po' d'ossigeno in alta quota?); non ho ricercato morbosamente il brivido, semplicemente e banalmente sono finito nella classica situazione dove l'istinto ed il buon senso ti suggeriscono di tornare indietro e la tua voglia d'avventura ti spinge a proseguire; l'imprevisto è stata l'enorme quantità di neve che ancora ad aprile era presente in quota; il fascino di ritrovarsi in un contesto in cui il compromesso non potrà mai realizzarsi proprio per la natura ostile del luogo. Quel compromesso che costantemente invece in pianura si raggiunge attraverso un continuo scambio di favori in profumo di mafia. Quel consegnarsi totalmente nelle mani della natura ha il suo fascino.
Ma sono veramente tante le ragioni che ti possono indurre a salire nonostante tutto. La storia di Chris McCandless insegna. Secondo me il bisogno d'avventura e la fuga dall'inquinamento intendendo per "inquinamento" sia quello materiale che quello spirituale, sono tra i principali fattori sicuramente nel mio caso. Anche il concetto di morte è però relativo. Allo stesso modo io potrei considerare cerebralmente morto "quel leghista ubriaco di televisione che è in grado di riempirsi la pancia bestemmiando in un ristorante dove rutta tutti i luoghi comuni inculcatigli dalla televisione". Forse che chi afferma che "Eluana Englaro doveva continuare a vivere perchè poteva concepire ancora dei figli" non è anche lui morto? L'ignoranza è già di per sè il nulla, è la morte.
Mario Rigoni Stern, nel "Il bosco degli urogalli":
"Come la televisione per esempio. Ma questi mezzi vi danno quello che cercate o, piuttosto, non vi rubano ore di liberi giochi o di fantasie create da voi e non imposte da altri? [...] Se voi siete ragazzi che vivete in una grande città mi auguro che troviate in queste pagine un amore per le cose della natura che la città sempre più respinge lontano; vorrei farvi respirare l'aria del bosco, farvi sentire la bellezza gioiosa dell'alba, la malinconia dell'autunno, la dolcezza della prima neve, l'intimità del fuoco dentro la casa e la saggezza del lavoro antico degli uomini". Ecco io vivo per queste emozioni appena descritte ed a volte per ricercarle bisogna andare ben oltre il proprio salotto. Non gioco con la vita. Semplicemente la vivo fino in fondo. Metto in gioco la mia vita così come molte persone muoiono infelici perchè non prendono l'iniziativa di cambiare la propria situazione, condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.
Ma sono veramente tante le ragioni che ti possono indurre a salire nonostante tutto. La storia di Chris McCandless insegna. Secondo me il bisogno d'avventura e la fuga dall'inquinamento intendendo per "inquinamento" sia quello materiale che quello spirituale, sono tra i principali fattori sicuramente nel mio caso. Anche il concetto di morte è però relativo. Allo stesso modo io potrei considerare cerebralmente morto "quel leghista ubriaco di televisione che è in grado di riempirsi la pancia bestemmiando in un ristorante dove rutta tutti i luoghi comuni inculcatigli dalla televisione". Forse che chi afferma che "Eluana Englaro doveva continuare a vivere perchè poteva concepire ancora dei figli" non è anche lui morto? L'ignoranza è già di per sè il nulla, è la morte.
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010
Mario Rigoni Stern, nel "Il bosco degli urogalli":
"Come la televisione per esempio. Ma questi mezzi vi danno quello che cercate o, piuttosto, non vi rubano ore di liberi giochi o di fantasie create da voi e non imposte da altri? [...] Se voi siete ragazzi che vivete in una grande città mi auguro che troviate in queste pagine un amore per le cose della natura che la città sempre più respinge lontano; vorrei farvi respirare l'aria del bosco, farvi sentire la bellezza gioiosa dell'alba, la malinconia dell'autunno, la dolcezza della prima neve, l'intimità del fuoco dentro la casa e la saggezza del lavoro antico degli uomini". Ecco io vivo per queste emozioni appena descritte ed a volte per ricercarle bisogna andare ben oltre il proprio salotto. Non gioco con la vita. Semplicemente la vivo fino in fondo. Metto in gioco la mia vita così come molte persone muoiono infelici perchè non prendono l'iniziativa di cambiare la propria situazione, condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010
2) Come ha fatto notare qualcuno in un commento all'articolo sul gazzettino "le rendo noto che solo nell'ultimo week-end sono stati coinvolti in episodi di valanga il responsabile del soccorso alpino di peio (che è stato pure denunciato) e in austria l'istruttore della scuola di speleologia del soccorso alpino del friuli, e sul monte bianco una guida alpina e maestro di sci, e nel resto della stagione le guide in val lasties, in val visdende, in val romana, ...Non chiedo i motivi per cui questi esperti sono finiti sotto. Sono finiti sotto! E sono strasicuro che non hanno cercato la morte per se o per i compagni: hanno commesso degli errori, o mi vuol dire, come molti dei cialtroni che qui hanno scritto, che sono degli irresponsabili?Se lei ha un incidente in auto NON le chiedono PERCHE' stava lì con la sua auto, ma se aveva le cinture allacciate e se aveva o meno bevuto prima di mettersi alla guida." Insomma si muore in montagna, come si muore sulle strade, come si muore di noia, come si muore d'ignoranza.