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Ecco come vengono esibite a livello comunicativo le onorificenze, 'vendute' dalle Università come la Chiesa vendeva le proprie indulgenze. Ne beneficia una Università che si presume libera o gli affari dell'ENI? Vediamolo insieme. 'Parliamone', si intitola il Blog del Rettore della Ca' Foscari che giammai ha affrontato sul suo blog, tacciato di ipocrisia e propaganda, questi nodi problematici che afferiscono all'Etica. |
Riprendendo quanto scritto pochi giorni or sono sul cerchio magico che coinvolge il Rettore della Ca' Foscari Carlo Carraro ed il pregiudicato per corruzione Paolo Scaroni, integro a quella che purtroppo non è una favola, la notizia che la 'Deloitte', l'azienda che gattona anche in quella che è la mia Università a reclutare studenti e a sponsorizzare workshop, era anche il principale revisore dei conti della Parmalat, coloro che per indenderci dovevano sorvegliare che non avvenisse proprio il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta della storia italiana. Questo ad aggiungersi al fatto che, tra i tanti misfatti, come abbiamo visto la Deloitte ha in pancia l'alien 'Monitor Group', azienda fallita per bancarotta dopo aver procurato una tesi di dottorato alla London School of Economics, in parte copiata, ad uno dei figli di Gheddafi.
Tornando al crack Parmalat, la multinazionale americana ha ammesso la colpa riuscendo ad uscire dal processo con un patteggiamento milionario.
Il 7 Settembre 2010 avevo chiesto al Rettore con un commento pubblico sul suo Blog istituzionale di evitare la partecipazione in un CdA che vedeva al vertice proprio Cesare Geronzi che come scrivevo era ben conosciuto all'epoca proprio per il crack Parmalat. Quel commento non ricevette alcuna risposta, ma non lo meritava probabilmente secondo una visione del mondo aristocratica, stile Luigi XVI. Qualche anno dopo Cesare Geronzi verrà condannato a cinque anni.
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George Soros a Ca' Foscari: lesson learnt? |
Il Rettore di Ca’ Foscari Carlo Carraro l’aveva detto a chiare lettere, che Ca’ Foscari avrebbe potuto conferire il titolo di “Membro onorario del Corpo accademico di Ca’ Foscari” (Ca’ Foscari Honorary Fellow) a personalità esterne all’ateneo che si fossero distinte nelle arti, nelle scienze o nella società, o che, cito testualmente, “abbiano svolto particolari azioni a favore di Ca’ Foscari, e possano contribuire alla sua visibilità e al suo prestigio.” Forse il ministro della cultura russo Vladimir Medinskij premiato da Ca' Foscari contribuisce al suo prestigio? Sicuramente alla sua visibilità, visti gli innumerevoli giornali che si sono occupati del caso, offuscando l'immagine dell'ateneo.
Per quanto concerne invece i soldi ricevuti da Ca' Foscari dalla Gulf Research Center (Grc) che hanno comportato l'assegnazione della Ca’ Foscari Honorary Fellow a Abdel Aziz Sager, personaggio che Guido Moltedo sul quotidiano Europa ha ricordato per i suoi legami con esponenti della parte più retrograda dell’establishment saudita, eccoci ai motivi per i quali a mio avviso era importante magnificare Abdel Aziz Sager, che può svolgere un importante ruolo di intermediario tra gli interessi dell’ENI ed il regime sovrano saudita.
La Gulf Research Center (Grc) ha sede a Ginevra, città
che la giornalista Stefania Rimini definisce in modo perspicace “la capitale dei mercanti di petrolio”, proprio intervistando per una puntata di Report un membro della Grc,
Giacomo Luciani. Esistono strette relazioni tra la Grc e qualche compagnia
petrolifera italiana? Per capire le possibili relazioni che intercorrono tra
l’Eni e la Grc si pensi che proprio lo stesso Giacomo Luciani lavorò per l’ENI con ruoli di alta responsabilità per 10 lunghi anni, tra il maggio del 1990 e il maggio del 2000, dedicandosi all’Arabia Saudita. Il sito internet della Grc lo indica, ad oggi, come uno dei suoi
consulenti più importanti. Giacomo Luciani rappresenterà inoltre la Grc nell’importantissimo progetto Polinares portato avanti dall’Università di Dundee e che vede coinvolti tra i partners
anche la Fondazione Eni Enrico Mattei, che annovera nella sua squadra proprio il
Rettore della Ca’ Foscari. Il Progetto Polinares
vede quindi il coordinatore ed i partners, tra cui appunto Grc e Fondazione Eni
Enrico Mattei, essere finanziati attraverso soldi pubblici della UE,
complessivamente per la bellezza di 2,678,642 euro. Fin qui niente da dire, se
non appunto il fatto che sia palese che tra Eni e Grc intercorra un buon
partenariato proficuo.
È l’Axia Financial Research (su questo link http://www.axiaonline.it/2002/crimini_e_misfatti/crimini_e_misfatti1001.htm che ho potuto consultare prima che venisse rimosso. Potrebbe essere che alcuni dei link qui riportati possano nel tempo diventare non funzionanti.., pensate che la
voce wikipedia della Deloitte neanche riporta che fossero loro i revisori dei conti della Parmalat. Chi ha orecchi per intendere, intenda)
ora a
illuminarci il percorso
e a portarci direttamente nei pozzi dell’Arabia Saudita e precisamente in un
impianto a Madinat Al Jubail della IBN ZAHR. Questa società è stata
costituita nel 1984 all'epoca dei governi Craxi. La partecipazione di Eni è del 10 percento attraverso Ecofuel, compagnia posseduta e controllata al 100 per cento da Eni Spa.
Tra i soci della società di diritto arabo IBN ZAHR, nome europeo "Saudi
European Petrochemical Company”, c’è anche Apicorp, una holding di
partecipazione costituita fra governi arabi, tra cui spicca proprio l’Arabia
saudita. Eccoci quindi al primo giro di boa; l'Eni è costretta a relazionarsi
con l'establishment saudita a fronte della propria partecipazione nella IBN
ZAHR. Ovvio si dirà, ma il dato ci aiuta forse a capire l’importanza di
magnificare Abdel Aziz Sager, che può svolgere un importante ruolo di intermediario
tra gli interessi dell’ENI ed il regime sovrano saudita. Affari si intenda.
Trivellando ancora ma senza scavare pozzi infiniti e perdere di vista il quadro generale, si sappia che Apicorp si occupa solo di chimica e il suo investimento più rilevante al 32 per
cento è nella Aradet irachena, meglio nota come "Arab Company for Detergent Chemical",
che venne messa, tra l’altro, sotto osservazione dagli ispettori dell'Onu
ancora durante la guerra del Golfo. L’Axia Financial Research parla, a tal
proposito, apertamente di crimini e misfatti.
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La London Business School premia Mohamed Al-Mady |
Tornando alla IBN ZAHR, l’ottanta per cento è detenuto
invece dalla SABIC; sarà importante far notare, ai fini della vicenda trattata,
che il CEO della SABIC, Mohamed Al-Mady, fortemente compromesso con il regime autoritario saudita, ricevette a sua volta in pompa magna
nel luglio del 2007 una Honorary Fellow dalla London Business School, come viene sottolineato nella sua pagina
wikipedia.
Lo stesso titolo che ora Ca’ Foscari conferisce all'ennesimo personaggio
ambiguo. Lo scenario certo è complicato, ma si stanno aprendo degli spiragli.
Il dato certo è che traspare la volontà di ricercare nelle Università
occidentali onorificenze, che verranno poi esibite, come una sorta di patente democratica, al proprio popolo stremato dal feudalesimo. C’è il sospetto quindi che anche Ca’ Foscari sia diventata la lavatrice, su pressione e commissione di qualcuno, della coscienza e della reputazione per chi deve rifarsi un nome e ripresentarsi "candido" ("candidato") alla società civile come attore credibile. Ma questo ancora per poco.
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Diritti LGBT in Russia. In Russia è un atto criminale tenere un gay pride (qualsiasi parata o 'esposizione' omosessuale a Mosca è duramente perseguita), parlare in difesa dei diritti degli omosessuali, o distribuire materiale che promuova le richieste dei gay o propagandare l'idea che le relazioni gay siano uguali a quelle etero. Le organizzazioni internazionali dei diritti umani, nonché i governi delle democrazie occidentali, hanno duramente condannato una tale legislazione. La situazione attuale è stata descritta il peggior clima in materia di diritti umani dell'epoca post-sovietica; l'attivista russa Lyudmila Alexeyeva ha definito questa situazione come un precipitare verso un nuovo Medioevo. |
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