<< Ci siamo sbranati il 28% della superficie agricola nazionale negli ultimi 40 anni.
In parte ciò è avvenuto a causa dell’abbandono dei terreni (soprattutto quelli marginali, più difficili da lavorare e meno redditizi) e tutto sommato questo è un fenomeno che – pur se preoccupante – ha una certa ciclicità nella storia e non comporta una definitiva compromissione della fertilità dei suoli. Ma è soprattutto la cementificazione, o meglio l’impermeabilizzazione, dei suoli a destare preoccupazione, poiché si tratta di un fenomeno irreversibile. Il livello di autoapprovvigionamento alimentare dell’Italia è già oggi molto basso e la continua perdita di terreno agricolo sta portando il nostro paese a dipendere sempre più dall’estero per garantirsi le risorse alimentari necessarie. Quasi tutte le previsioni ci dicono che importare dal mercato mondiale in futuro sarà sempre più costoso e nessuno si sente di garantire che in una prospettiva di medio-lungo termine il mercato sarà “pacifico”. >> Tratto da un articolo Consumo di suolo: la buona legge (finalmente) del Il Fatto Quotidiano.
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