martedì 11 ottobre 2011

Brian Haw, un vincitore. Il pacifismo in uno sguardo.

Brian Haw (1949-2011)

Caro Brian Haw,
questa estate ho appreso della tua dipartita e mi son promesso di scriverti. Ora che non puoi più tentare in presenza di risvegliare le nostre coscienze assopite protestando come hai fatto per lunghi dieci anni contro ogni guerra accampato davanti a Westminister, voglio dirti che i tuoi occhi, ricolmi di pace, continuano a parlarci della pace. Mentre i guerrafondai Blair e Bush giocavano alla guerra esportando la democrazia con bombe, presunte "intelligenti", tu hai avuto la cocciutaggine che è di tutti i carpentieri, quale tu eri, di battere il chiodo della pace in un mondo intriso di indifferenza. Gridando nel megafono, ricordavi al parlamento inglese l'esistenza della parola pace e che la guerra non può essere pace. Facile per noi affermare ora che proprio tu avevi ragione, quando per la strada ti si guardava con indifferenza. Mentre la maggioranza delle persone ti scrutava divertita come si guarda ad un visionario strampalato un po' ammattito, proprio tu eri dalla parte del giusto. Il più cocciuto di tutti aveva ragione: tutti i conflitti sono una tragedia per l’umanità, sempre e comunque. L'uomo della strada vedeva più lontano del primo ministro inglese e di tanti politici profumati. Porca miseria, quanto è importante essere dalla parte del giusto nel momento giusto. Hai dato un senso profondo alla tua vita, i tuoi sette figli e le prossime generazioni guarderanno ammirate all'estremo sacrificio a cui hai sottoposto la tua esistenza. Difficile che qualcuno prenda il tuo posto. Chi protesterebbe sotto il vento e la pioggia per dieci lunghi anni fino ad ammalarsi? Hai reso ridicole le autorità che più volte hanno cercato di allontanarti, anche introducendo una nuova legge che proibiva ogni manifestazione nel raggio di un chilometro dal Parlamento inglese. Hanno perso. La tua tenda era più forte di tutto, come gli ideali della pace. Il tuo motto era "stop killing my kids" e nella storia resti te a salvare la dignità umana. In Italia ho ammirato il coraggio di pacifisti quali Vittorio Arrigoni e Turi Vaccaro, veri e proprio miti del pacifismo. Vittorio diceva "Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare." Anche tu Brian sei un vincitore. Porca miseria se sei un vincitore, Brian. Più cocciuto del "barone rampante" hai dato dignità all'umanità intera. Io mi inchino di fronte al tuo autentico pacifismo. Alberto

Brian Haw
Brian Haw

Brian Haw
L'accampamento pacifista di Brian Haw. 

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